Nel corso dell’ultima Conferenza delle Regioni sono stati individuati vari temi da affrontare, tra cui le mascherine, il Green Pass, la sorveglianza scolastica, il tracciamento e la revisione degli indicatori
Le Regioni chiedono a gran voce al governo la rimozione delle restrizioni anti-Covid entro Pasqua, così da garantire un effettivo ritorno alla normalità. È quanto è emerso durante l’ultima Conferenza delle Regioni. “Dobbiamo procedere verso la normalizzazione: le Regioni hanno sottoposto al Governo una proposta di piano d’azione in vista del prossimo provvedimento, che dovrà regolamentare la transizione dopo la cessazione dello stato di emergenza da Covid, con l’obiettivo che, ove le condizioni epidemiologiche lo permettano, si possa già ipotizzare l’abbandono delle restrizioni entro Pasqua”, ha dichiarato Massimo Fedriga, il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome. Tra i temi da affrontare, i presidenti delle Regioni hanno segnalato le mascherine, il Green Pass, la sorveglianza scolastica, il tracciamento e la revisione degli indicatori.
Speranza: “Il Cdm di domani definirà il nuovo cronoprogramma”
Nel frattempo, Roberto Speranza, il ministro della Salute, ha fatto il punto della situazione durante il question time alla Camera. “A questa mattina il numero dei vaccinati nel nostro Paese è tra i più alti d'Europa e dell'intero mondo. Il 91,3% delle persone over 12 ha avuto una prima dose, l'89,6% degli over 12 ha avuto anche la seconda dose. Grazie agli strumenti che abbiamo messo in campo insieme al Green pass siamo riusciti ad attraversare la stagione autunno inverno senza chiusure generalizzate. Questa è la verità senza propaganda. Altri Paesi con meno vaccinati di noi sono stati costretti a misure più dure”, ha spiegato.
Il ministro ha poi spiegato che “domani ci sarà il Consiglio dei ministri che definirà un cronoprogramma di accompagnamento di uscita dallo stato di emergenza, che non verrà rinnovato. Se siamo una fase nuova, è grazie alla campagna di vaccinazione e dobbiamo insistere perché milioni di persone devono ancora fare la terza dose e alcune non hanno nemmeno fatto la prima. Ogni vaccino in più somministrato è uno scudo che ci consentirà di rendere il nostro Paese più forte”, ha sottolineato.