I batteri del cavo orale possono prevenire la pressione alta nelle donne: lo studio

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Lo ha sottolineato un recente studio, coordinato da Michael LaMonte, esperto dell’Università di Buffalo. La ricerca ha preso in esame i dati di 1.215 donne (età media 63 anni) di cui i ricercatori hanno seguito nel tempo lo stato di salute. Il focus si è concentrato soprattutto sulla placca sotto-gengivale, con l’obiettivo di indagare la composizione dei batteri presenti nel cavo orale in riferimento all'ipertensione

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Avere cura della propria igiene orale può risultare ancora più importante durante la menopausa, dato che alcuni batteri del cavo orale sono risultati correlati allo sviluppo di ipertensione nelle donne che vivono questa condizione, mentre altre specie batteriche, sempre presenti nella bocca, sono risultate in grado di ridurre il rischio di sviluppare la pressione alta. Lo ha spiegato, nel dettaglio, un recente studio pubblicato sul “Journal Of American Heart Association” e condotto da Michael LaMonte, esperto dell’Università di Buffalo.

Gli esiti della ricerca

Lo studio, hanno spiegato i ricercatori, è partito da alcuni dati già evidenziati in passato, con altre ricerche che avevano sottolineato come i batteri del cavo orale potessero condizionare la regolazione della pressione del sangue. Ma i dati epidemiologici a supporto di questa idea, ha riferito LaMonte, sono ancora frammentati. “Per questo motivo abbiamo esaminato l'associazione tra microbiota del cavo orale e sviluppo di ipertensione nelle donne in menopausa”, ha sottolineato. Dalle analisi su 1.215 donne (età media 63 anni) di cui i ricercatori hanno seguito nel tempo lo stato di salute, è stata presa in considerazione soprattutto la placca sotto-gengivale, con l’obiettivo di indagare la composizione dei batteri presenti nel cavo orale. Durante il periodo dello studio, sono emerse per 375 donne diagnosi di ipertensione. E, tra le centinaia di tipologie di batteri della bocca esaminati, 10 in particolare sono risultati correlati ad un aumento del rischio di sviluppare la pressione alta, pari a circa il 10-16%. Altre cinque specie, al contrario, sono state associate ad una riduzione di circa il 10-20% del rischio di soffrire di pressione alta.

 La correlazione tra parodontite e ipertensione arteriosa

“I risultati di questo studio clinico aggiungono ulteriori elementi alle evidenze attualmente presenti in letteratura relativamente alla correlazione tra salute orale e controllo dell'ipertensione arteriosa“, ha commentato Nicola Marco Sforza, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). Dati sempre più concreti, ha detto, dimostrano infatti come “l'infiammazione parodontale indotta dai batteri e dalla risposta del soggetto colpito, svolga un ruolo causale nella correlazione tra parodontite e ipertensione arteriosa e come il trattamento delle malattie parodontali determini un miglioramento della condizione di ipertensione”. E ci sono dati da non sottovalutare, in quest’ottica, considerando la “prevalenza della parodontite in Italia: circa il 50% degli italiani soffre di parodontite di cui il 10-15% grave, con rischio importante di perdita di denti e invalidità funzionale ed estetica. Allo stesso tempo sempre in Italia circa 15 milioni di persone soffrono di ipertensione arteriosa ed almeno il 50% non ne è consapevole”, ha concluso l’esperto.

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