Messe a punto valvole cardiache biologiche che non degenerano

Salute e Benessere

Il risultato è frutto di una ricerca internazionale, guidata dall'Italia con l'Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature Medicine”. Sono circa 400.000, a livello globale, i pazienti che ogni anno necessitano della sostituzione di una valvola cardiaca

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Sono state messe a punto valvole biologiche cardiache, ottenute da animali ingegnerizzati, in grado di evitare il fenomeno della degenerazione. Il risultato è frutto di una ricerca internazionale, guidata dall'Italia con l'Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature Medicine”.

Valvole meccaniche e valvole di tipo biologico

La ricerca, coordinata dall'immunologo clinico Emanuele Cozzi, docente del dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell'ateneo veneto, ha sottolineato come circa 400.000 pazienti ogni anno, a livello globale, necessitino della sostituzione di una valvola cardiaca con quelle di tipo biologico, ovvero di derivazione animale, a rappresentare le più idonee poichè biocompatibili. A differenza di quanto succede con le valvole meccaniche, queste non necessitano infatti di una terapia anticoagulante. Ma, ha spiegato proprio Cozzi, “le valvole biologiche, usate per circa il 60% delle sostituzioni valvolari, presentano alcuni inconvenienti, derivati soprattutto dal fatto che contengono degli antigeni zuccherini che invece non sono presenti nelle valvole umane”. Questi antigeni, ha aggiunto l’esperto, contribuiscono ad indurre “una risposta immunitaria che aggredisce il tessuto delle valvole stesse e ne causa un precoce deterioramento, soprattutto in soggetti giovani con un sistema immunitario efficiente”. Per evitare questo rischio, così, “i pazienti giovani ricevono valvole meccaniche, che però necessitano di terapia anticoagulante: questo impone al paziente stili di vita e di lavoro con notevoli limitazioni, evitando tutto ciò che può causare traumi e conseguenti emorragie difficilmente contenibili”, ha spiegato ancora.

Gli esiti dello studio  

In particolare, hanno spiegato i ricercatori, in questo studio sono stati monitorati, per cinque anni, 1.668 pazienti che hanno ricevuto valvole biologiche presso alcuni centri di cardiochirurgia tra Spagna, Francia ed Italia. Obiettivo degli esperti è stato quello di verificare se la risposta anticorpale diretta contro le molecole di zuccheri, presenti sulle valvole di derivazione animale, potesse condurre ad un deterioramento valvolare precoce, attivato tramite un processo di calcificazione. Lo studio, ha specificato Cozzi, “ha dimostrato che, dal primo mese successivo all'impianto di valvole biologiche, il livello degli anticorpi diretti contro le molecole zuccherine aumenta significativamente”. Tra l’altro, proprio in un modello animale, gli esperti hanno notato come “effettivamente la presenza di questi anticorpi sia in grado in un mese di causare depositi di calcio nelle valvole biologiche e quindi di determinarne il deterioramento”. Al contrario, ha concluso il docente dell’Università di Padova, “se impiantiamo valvole provenienti da animali ingegnerizzati in modo da non produrre le molecole zuccherine, gli anticorpi non 'aggrediscono' la valvola e non inducono la calcificazione dei tessuti”.  

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