Covid, Ricciardi: “Obbligo vaccino e Green pass devono restare tutto l'anno”

Salute e Benessere

Lo ha detto il consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza e professore di Igiene all'università Cattolica di Roma, in un’intervista rilasciata a “La Repubblica”. L'obbligo del Green pass “serve ancora. Insieme alla vaccinazione deve diventare uno dei due perni della nuova normalità. Se li togliamo, siamo a rischio”, ha spiegato

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"Il virus non scomparirà: una nuova malattia si è aggiunta a quelle che già conoscevamo. Ed è molto più grave dell'influenza”. Questo il pensiero di Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza e professore di Igiene all'università Cattolica di Roma, racchiuso in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica”, proprio alla vigilia dell'entrata di vigore dell'obbligo di Super Green pass per lavorare. Nonostante il momento attuale, che vede un calo deciso della curva Covid nel nostro Paese, “non dobbiamo pensare che sia tutto finito”, ha sottolineato. “Certo, i risultati raggiunti devono soddisfarci, ma il virus continua a circolare e ci vuole ancora attenzione: abbassare le difese rende possibile un ritorno di fiamma dell'epidemia. L'obbligo, in questo momento, è funzionale a evitare questo ritorno. Ci sono ancora 5 milioni di non vaccinati che tengono alto il numero dei morti. Per loro il virus resta molto temibile”, ha aggiunto.

Perché mantenere l’obbligo vaccinale e quello del Gp

Tra gli obblighi di cui ha parlato Ricciardi, anche quello relativo al Green pass. Secondo il professore “serve ancora. Insieme alla vaccinazione deve diventare uno dei due perni della nuova normalità. Se li togliamo, siamo a rischio”, ha commentato. “Sarebbe la terza volta che facciamo lo stesso errore, il terzo anno in cui pensiamo che tutto sia finito e poi ci troviamo con la curva che risale. Deve essere chiaro a tutti: il virus circola ed è temibile”, ha ammonito. “Per tutto questo 2022 obbligo vaccinale e Green Pass vanno mantenuti. Siamo ancora in un anno di passaggio. Va visto cosa succederà ad ottobre per capire se il virus si ripresenterà e con quale veemenza, così è fondamentale avere già attivi gli strumenti che ci permettono di combatterlo nel modo più efficace”, ha poi ribadito. Sottolineando come sia importante “che la politica si fidi della scienza e prenda decisioni basate sulle evidenze. Questo al di là di come vengono chiamati i suoi consiglieri”, ha poi spiegato ancora, in riferimento al fatto che con la fine dello stato d'emergenza, in scadenza il 31 marzo, potrebbe essere messo da parte anche il Comitato Tecnico Scientifico (Cts). “Basta che comunque vengano mantenute in piedi tutte le strategie che ci fanno controllare il virus”, ha sottolineato Ricciardi.

Il vaccino ai più piccoli e i richiami

Tra i temi toccati nell’intervista, anche quello relativo al vaccino anti-Covid per i più piccoli e ad ulteriori dosi per gli adulti. Secondo l’esperto “bisogna stare ai fatti. E il dato è che questa è una malattia insidiosa, anche nei bambini. L'evidenza ci dice che vanno protetti, uno su 10 prende il Long Covid e le ospedalizzazioni sono centinaia. Per questo vanno vaccinati”, ha detto. E per quanto riguarda possibili richiami nel futuro? “E’ plausibile che ci sia una attenuazione della protezione nei vaccinati e che diventi necessario fare richiami con periodicità. Non è detto che debba avvenire con cadenza annuale, bisogna aspettare i dati”, è la tesi di Ricciardi. “Sicuramente si dovrà partire dai fragili, ma poi, con ogni probabilità, lo dovremo fare tutti”.  Un ultimo accenno, poi, al sistema sanitario del nostro Paese. “Ha bisogno di essere rinforzato. Abbiamo enormi difficoltà a garantire i livelli essenziali di assistenza. Ci vuole una politica di assunzione del personale, anche precario”, ha concluso. “E’ fondamentale per migliorare l'offerta e garantire l'accesso ai servizi da parte dei cittadini, che in questo momento in molte aree del Paese è precario”.

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