Scende anche il tasso di occupazione dei ricoveri, sia in intensiva che in area medica. È quanto emerge dal report settimanale dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute
Scendono ancora questa settimana i valori dell'indice di trasmissibilità Rt e dell'incidenza dei casi di Covid per 100 mila abitanti in Italia: l'Rt si abbassa a 0,89, dunque stabilizzandosi sotto la soglia di allerta dell'unità, rispetto al valore di 0,93 della scorsa settimana; mentre l'incidenza è pari a 962 casi per 100mila abitanti, rispetto a 1362 della corsa settimana. È quanto emerge, secondo quanto appreso dall'Ansa, dal monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
In calo il tasso di occupazione dei posti letto
Inoltre, continua anche il calo del numero di posti letto occupati da pazienti Covid negli ospedali. Il monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute registra il tasso di occupazione in terapia intensiva al 13,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 10 febbraio) contro il 14,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 3 febbraio). È in diminuzione anche il tasso di occupazione in aree mediche: a livello nazionale è al 26,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 10 febbraio) contro il 29,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 3 febbraio).
Scende il numero di casi non associati a catene di trasmissione
Il report segnala, inoltre, che nell'ultima settimana ha registrato un calo anche il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione: sono 410.941 contro 553.860 della settimana precedente. È, invece, in leggero aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti (18% contro 17% la scorsa settimana). È in diminuzione invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (33% contro 38%), mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% contro 45%).