L’appello arriva dalle parole di Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, durante un’intervista concessa al “Corriere della Sera”. “Le indicazioni per proteggersi e cercare di rallentare la diffusione del virus restano le stesse. Dobbiamo continuare a essere molto attenti. E questo vale anche per i guariti”, ha sottolineato, confermando la “fulminea” crescita della variante Omicron negli ultimi mesi
“Le indicazioni per proteggersi e cercare di rallentare la diffusione del virus restano le stesse. Dobbiamo continuare a essere molto attenti. E questo vale anche per i guariti”. Questo l’appello di Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, affidato al “Corriere della Sera”. E a commento dell’attuale situazione sanitaria nel nostro Paese, con la variante Omicron sta per superare la diffusione di quella Delta, nel breve arco di appena due mesi.
La crescita “fulminea” della variante Omicron
I decessi di questi giorni, ha detto Palamara nell’intervista concessa al quotidiano, rappresentano una notizia “molto dolorosa che fa comprendere quanto il virus sia ancora pericoloso. Ora scontiamo l’esito delle infezioni delle scorse settimane. Questi pazienti sono stati portati in terapia intensiva circa quindici giorni fa e purtroppo non ce l’hanno fatta. Siate prudenti”. Ad influire, come detto, la crescita della variante Omicron, definita dall’esperto “fulminea”. Si è passati, ha confermato, “dal 20% di prevalenza a metà dicembre all’80% del 3 gennaio, anche se con qualche variabilità fra le Regioni. Ci aspettiamo che il prossimo rapporto, fotografia della situazione del 17 gennaio, mostri un predominio pressoché totale di questa variante sulla Delta, la cui capacità di trasmissione era già alta”. Secondo le stime citate dall’esperta, tra l’altro, Omicron sembra sia “collegata in misura inferiore ad una evoluzione severa della malattia rispetto a Delta, confermando alcuni report internazionali che vanno nello stesso senso. Bisogna considerare però che in un quadro in cui il numero dei contagiati è molto elevato, anche un indice di severità inferiore può mettere in difficoltà gli ospedali”, ha sottolineato ancora.
“Quasi tutti verremo a contatto con il virus”
Viste queste caratteristiche della nuova mutazione, è possibile secondo l’esperta che “quasi tutti verremo a contatto con il virus”, anche se poi “la protezione fornita dalla risposta immunitaria indotta dai vaccini e dall’infezione naturale contribuirà a fare da barriera per la sua circolazione”. Chi verrà contagiato? Difficile prevederlo, “ma il nostro compito è fare il possibile per attenuare i rischi che continuano a esistere per le persone fragili e il sovraccarico del sistema sanitario”, ha riferito Palamara. E anche i guariti, secondo la responsabile dell’Iss, dovrebbero fare attenzione. “L’immunità data dall’infezione naturale ha una durata limitata nel tempo, come mostrano i dati sulle reinfezioni che fino a dicembre erano quantificabili nell’1% dei casi settimanali. Omicron ha portato questa quota al 3,3%. Anche questo fattore contribuisce a mantenere alta la circolazione del virus”, ha rilevato nel corso dell’intervista.