Covid Usa: picco di 132.646 ricoveri, mai così tanti dall'inizio della pandemia

Salute e Benessere

Dato che supera il precedente record di 132.051 ospedalizzazioni registrato a gennaio dello scorso anno. La variante Omicron del coronavirus è al momento il ceppo dominante negli Stati Uniti

Il coronavirus Sars-CoV-2 continua la sua corsa negli Stati Uniti, dove nelle ultime 24 ore il numero di ricoveri ha raggiunto il picco di  132.646. Si tratta del numero più alto dall'inizio della pandemia di Covid-19, che supera il precedente record di 132.051 ospedalizzazioni registrato a gennaio dello scorso anno. Lo riferiscono le autorità sanitarie locali. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Omicron è la variante dominante negli Stati Uniti

La nuova impennata di casi e ricoveri negli Stati Uniti è dovuta soprattutto alla diffusione della variante Omicron del coronavirus, che è al momento il ceppo dominante negli Stati Uniti, dove ha superato la Delta. Preoccupa in particolare la situazione epidemiologica dello stato americano della Virginia, che ha proclamato uno stato di emergenza di trenta giorni nel tentativo di alleggerire la pressione sugli ospedali per via della diffusione dei contagi da Covid-19. "Il picco dei contagi è previsto nelle prossime settimane", ha dichiarato il governatore Ralph Northam, annunciando le nuove restrizioni.

Omicron, esperti Usa auspicano picco entro fine mese

Secondo gli esperti americani, il picco dei casi Covid-19 causati da Omicron negli Usa potrebbe essere raggiunto a fine gennaio-inizio di febbraio e l'andamento della pandemia nelle prossime 2 settimane sarà cruciale per stimare il suo sviluppo. "È difficile dirlo, il Covid è ancora in crescita ma anche se non posso predire l'andamento accuratamente, spero che una volta arrivati alla fine della terza settimana di gennaio e alla quarta inizieremo a vedere i contagi in discesa", ha riferito Anthony Fauci in una intervista alla Nbc di New York, sottolineando che a complicare le proiezioni è "la dimensione degli Stati Uniti e i diversi tassi di vaccinazione nella varie aree del Paese".
Anche il modello statistico creato alla Columbia university di New York dall'epidemiologo Jeffrey Shaman sembra essere in linea con questa previsione. Le proiezioni indicano un numero record di contagi nelle prime tre settimane di gennaio. Ma le stime variano a seconda delle zone.

Quando il Covid-19 provoca un doppio danno al polmone, rovinando sia gli alveoli che i capillari polmonari, la mortalità dei pazienti in terapia intensiva aumenta sensibilmente. E' il meccanismo scoperto e descritto da uno studio italiano, capofila il Sant'Orsola di Bologna e pubblicato su Lancet Respiratory Medicine il 27 agosto, i cui risultati consentiranno di individuare rapidamente chi è più a rischio, così da mirare le terapie. Due esami identificano questa condizione la cui diagnosi precoce, assieme al supporto delle massime cure disponibili in terapia intensiva, si stima possa portare a un calo della mortalità fino al 50%.
ANSA/POLICLINICO DI SAN ORSOLA  Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna EDITORIAL USE ONLY NO SALES

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