Giornata mondiale contro il tumore al pancreas: i numeri

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Istituita nel 2014 con l'obiettivo di richiamare l'attenzione su questa patologia ancora poco conosciuta, l'iniziativa è promossa in Italia dalla Fondazione Nadia Valsecchi, Oltre la Ricerca Odv, Codice Viola, Nastro Viola, Associazione Pierluigi Natalucci Insieme per l'Arte e la Scienza, My Everest e Aisp 

Il 18 novembre si celebra la Giornata mondiale della lotta contro il tumore al pancreas. Istituita nel 2014 con l'obiettivo di richiamare l'attenzione su questa patologia ancora poco conosciuta, l'iniziativa è promossa in Italia dalla Fondazione Nadia Valsecchi, Oltre la Ricerca Odv, Codice Viola, Nastro Viola, Associazione Pierluigi Natalucci Insieme per l'Arte e la Scienza, My Everest e Aisp (Associazione Italiana Studio Pancreas).

Tumore al pancreas: l'importanza della diagnosi precoce 

Il tumore al pancreas ha ancora un tasso di letalità molto elevato: a oggi è la terza causa di morte oncologica al mondo e potrebbe presto diventare la seconda. Solo in Italia, nel 2021 sono stati registrati circa 12.900 decessi correlati a questa patologia, un numero che è destinato ad aumentare con gli anni. Di fronte a questi numeri è facile capire l’importanza di individuare e riconoscere in modo celere il tumore al pancreas nella sua fase iniziale. Per questo, anche quest'anno, l'hashtag che accompagna la campagna promossa dalla World Pancreatic Cancer Coalition per informare l'opinione pubblica e sensibilizzare le istituzioni sul tumore al pancreas è #ItsAboutTime.

 

Tumore al pancreas e ricerca 

Per combattere il tumore al pancreas è fondamentale investire nell’attività di ricerca. Purtroppo, però, meno del 2% di tutti i finanziamenti per la ricerca sul cancro in Europa sono destinati a questa tipologia di tumore. Quanto all'accertamento della patologia, per oltre la metà dei pazienti la diagnosi arriva tardivamente, perché spesso il tumore si presenta inizialmente in forma asintomatica oppure perché i sintomi non sono facilmente riconducibili alla malattia. Per questo, spesso al momento della diagnosi il quadro clinico è già fortemente compromesso. "La chemioterapia è oggi, insieme alla chirurgia, la più importante arma a disposizione. Quest'ultima in particolare può essere molto utile, ma anche molto dannosa, se l'ospedale non è adeguato. Il rischio più grave, infatti, è proprio la mortalità operatoria che varia da centro a centro, passando da percentuali che vanno dal 2% fino a toccare punte del 25%", hanno osservato le associazioni.

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