Covid, cortei no Green pass a Trieste: focolaio supera 200 casi

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Lo ha riferito il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi. "Saremo in poco tempo in zona gialla se continuiamo così", ha dichiarato Massimiliano Fedriga, presidente della Regione e della Conferenza Regioni a margine di un incontro a Trieste

Il focolaio Covid legato ai cortei no Green pass a Trieste "ha superato 200 contagi tra primari, secondari e terziari". Lo ha riferito il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, lanciando un ulteriore "appello" a chi non si è vaccinato, perché "il rapporto della curva tra contagi e ricoveri ospedalieri è migliore rispetto a un anno fa: questa cosa si chiama vaccino". Intanto nella Regione si teme il ritorno in zona gialla, a seguito del boom di nuovi casi registrato in provincia di Trieste, dopo le proteste no Green pass. "Saremo in poco tempo in zona gialla se continuiamo così", ha dichiarato ieri Massimiliano Fedriga, presidente della Regione e della Conferenza Regioni, a margine di un incontro a Trieste. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Ricciardi: "Trieste è l'epicentro di questa situazione"  

Come ha sottolineato Riccardi, per i reparti ospedalieri di Trieste è prevista una manovra di riorganizzazione ed "è quella più importante in Regione, anche se bisogna considerare che il virus si sposta". In occasione di un incontro all'ospedale Cattinara di Trieste, Riccardi ha parlato di "situazioni in alcuni casi ingiustificabili", riferendosi a persone no vax convinte. "Trieste è l'epicentro di questa situazione" con "una rappresentazione che non fa onore a questa terra", ha concluso.

Covid, Dipiazza: "Queste manifestazioni violano il diritto alla salute"

Intanto, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza si è dichiarato favorevole a una stretta ai cortei no Green pass. "Se è davvero così, stappo lo champagne", ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera. L'ipotesi è di consentire solo le manifestazioni statiche in un luogo definito, per garantire i diritti di chi dissente proteggendo le attività economiche e la salute dei cittadini. "Magari, li metteremo tutti a Porto Vecchio, lontano da alberghi, ristoranti e negozi che in questo periodo stanno subendo danni enormi", ha commentato il primo cittadino. Se fosse al governo, Dipiazza farebbe "come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali". "Allora c'era l'emergenza terrorismo, oggi c'è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi", ha precisato, sottolineando che riconosce il diritto di manifestare, "ma con dei limiti" e che "il limite maggiore è il diritto degli altri alla salute e al lavoro,  violato da queste continue manifestazioni, come dimostra il focolaio fra i manifestanti".
A livello locale, ha aggiunto Dipiazza, "stiamo pensando a nuove misure. Dobbiamo anche tener conto che una parte della città si sta ribellando: ci sono 60mila firme favorevoli al Green pass. Sono moltissime, è la stragrande maggioranza della gente". Con la pandemia in città va "malissimo. Io non voglio più zone gialle, arancioni, rosse e chiusure. Non è possibile che un'intera città venga rovinata da quattro deficienti", ha concluso.

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