Oggi, una commissione d’inchiesta del senato brasiliano chiederà che il presidente del Brasile venga accusato di crimini “intenzionali”, per la gestione nazionale della pandemia di Covid-19, che ha causato la morte di 600.000 persone nel Paese. "Si può criticare l'atteggiamento del presidente, ma non incriminarlo”, ha detto Fernando Bezerra, capo del blocco parlamentare del governo al senato
Una commissione d’inchiesta del senato brasiliano chiederà oggi, 20 ottobre, che il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, venga accusato di crimini “intenzionali” per la gestione nazionale della pandemia di Covid-19, che ha causato la morte di 600.000 brasiliani.
Un documento di 1.200 pagine
Dopo sei mesi di intense udienze, come riportano fonti di agenzia, condite da testimonianze e rivelazioni anche inquietanti sull'utilizzo di farmaci inefficaci su “cavie umane”, la commissione d'inchiesta (CPI) consegnerà il proprio rapporto. Renan Calheiros, senatore centrista e autore principale del documento di 1.200 pagine, ha già rivelato di aver proposto almeno nove accuse contro il presidente Bolsonaro, tra cui quella di “crimini contro l'umanità”. Ma ha annunciato, anche, il ritiro all'ultimo minuto delle accuse di “omicidio” e “genocidio”, dopo il confronto con altri membri della commissione. In tutto ciò, spiegano i media locali, sebbene le accuse siano piuttosto serie, il processo potrebbe essere solo simbolico, dal momento che lo stesso Bolsonaro gode del sostegno da parte del Parlamento, sufficiente per evitare l'apertura di procedimenti di impeachment a suo carico.
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Un serio impatto politico
Il rapporto, inoltre, potrebbe anche chiedere che vengano incriminati diversi ministri, così come tre dei figli di Bolsonaro, incluso Flavio, membro del comitato interessato dalle accuse. “Questo rapporto sembrerà una sentenza, ma il governo è sereno. Si può criticare l'atteggiamento del presidente, ma non incriminarlo”, ha detto al sito Uol Fernando Bezerra, capo del blocco parlamentare del governo brasiliano al senato. Infatti, da quanto emerso, l'inchiesta non avrebbe il potere di incriminare, ma le rivelazioni inserite nel documento potrebbero avere un serio impatto politico: la relazione sarà inviata alla procura, alla corte federale dei conti, e potrebbe anche essere inviata alla Corte Penale Internazionale dell'Aia, dove sono già state presentate altre denunce contro Bolsonaro. È l'ennesimo grattacapo per il presidente, la cui popolarità è crollata al minimo storico.
Le testimonianze raccolte
Tra le testimonianze raccolte dalla commissione d’inchiesta, oltre a quelle di diversi ministri, alti funzionari del governo e dirigenti ospedalieri, anche quelle delle famiglie delle vittime di Covid. “Ci meritiamo le scuse della più alta autorità dello stato. Non è una questione di politica, stiamo parlando di vite”, ha riferito Marcio Antonio Silva, un tassista che ha perso il figlio di 25 anni a causa del coronavirus. “Quello che abbiamo visto è l'antitesi di quello che ci aspettavamo dal presidente della Repubblica”, ha aggiunto Antonio Carlos Costa, presidente della Ong Rio de Paz. “Non l'abbiamo mai visto versare lacrime di compassione, né esprimere le sue condoglianze per il popolo brasiliano in lutto”, ha aggiunto. Nell’ambito dei resoconti raccolti dalla commissione, infine, il racconto di un'infermiera di Manaus che ha visto morire decine di pazienti e ha dovuto prendersi cura dei quattro figli di sua sorella dopo che anche lei è morta. Il comitato ha indagato, tra l’altro, sulla mancanza di ossigeno nella città settentrionale di Manaus, durante i picchi della pandemia, oltre che sui ritardi nell'acquisto di vaccini, sui discorsi anti lockdown di Bolsonaro e sulle dichiarazioni del presidente che, in origine, aveva sminuito la situazione definendo il coronavirus come una “semplice influenza”.