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Nel 2021 recuperato il 90% dei ricoveri persi a causa della pandemia

Salute e Benessere
©Ansa

Si tratta di uno dei dati discussi nel corso del congresso dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), che si sta svolgendo a Firenze. Ad oggi, dopo i 400mila ricoveri saltati a causa della pandemia, il recupero risulta praticamente totale, con solamente l'8% in meno di ricoveri rispetto a quelli registrati nel 2018, prima dell'inizio della diffusione del coronavirus

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Nel corso dei primi 9 mesi del 2021, nei reparti di medicina interna degli ospedali italiani, è stato recuperato oltre il 90% dei ricoveri e delle prestazioni sanitarie saltati nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19. E’ uno dei dati sottolineati nel corso del congresso dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), che si sta svolgendo a Firenze.

Le patologie interessate

Dai dati commentati, è emerso come si tratti in particolar modo di cure destinate a pazienti, nella maggior parte dei casi, affetti da Bpco, (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva), da scompenso cardiaco, diabete, insufficienza remale cronica, polmoniti, sepsi, edema polmonare acuto, emorragie o da infarti cerebrali. Secondo la Fadoi, i numeri sono sorprendenti, visto che solo lo scorso anno nei reparti di medicina interna sono stati circa 400mila i ricoveri saltati a causa della pandemia, che ha coinvolto propri gli internisti nela gestione del 70% dei pazienti affetti da Covid. Ad oggi, dunque, il recupero, risulta praticamente totale, con solamente l'8% in meno di ricoveri rispetto a quelli registrati nel 2018, prima dell'inizio della pandemia.

I dati pre e post pandemia

Entrando nel dettaglio dei dati, gli esperti hanno sottolineato come dall'1 gennaio 2018 al settembre dello stesso anno, i ricoveri erano stati 705mila, mentre nello stesso periodo di quest'anno se ne sono segnalati 650mila, solo 55mila in meno (l'8%, come detto) rispetto all’epoca pre-Covid. I numeri non differiscono particolarmente se si prendono in considerazione solamente i pazienti cronici, che rappresentano una parte importante dei ricoverati nelle medicine interne degli ospedali italiani. Sempre da gennaio a settembre del 2018 i ricoveri, in questo senso, erano stati 395mila, mentre nello stesso periodo del 2021 si è arrivati a 346mila. Sono stati, considerando i pazienti cronici, 49mila i ricoveri in meno, il 12% per ritornare ai livelli pre-pandemici. Si tratta di “un risultato sorprendente se si considera che le stime sui ricoveri si riferiscono esclusivamente ai pazienti no-Covid e che invece sono proprio i nostri reparti ad essersi fatti carico di larga parte delle persone ammalatesi con il Sars-Cov-2”, ha sottolineato Dario Manfellotto, Presidente di Fadoi. “Ora si tratta di trarre tesoro da questa esperienza, perché l'approccio intra-disciplinare sotto la regia della medicina interna che è alla base di questo miracoloso recupero può e deve diventare il nuovo modus operandi dei nostri ospedali, consentendo così di curare anche la piaga delle liste di attesa”, ha poi aggiunto.

Riorganizzare le aree mediche degli ospedali

Secondo l’esperto, poi, l'esperienza maturata durante la pandemia, in cui “l'approccio multidisciplinare è stata l'arma vincente per contrastare gli attacchi multisistemici del Covid”, ha detto ancora, conferma che “l'idea di una medicina interna che assiste pazienti a bassa intensità di cura è oramai fuori della realtà, perché al di là dei ricoverati Covid, la maggior parte dei pazienti che arrivano nei reparti di area medica per acuzie da pronto soccorso hanno oramai un elevato livello di complessità e comportano un notevole carico assistenziale”. Proprio per questo motivo, risulta quanto mai necessario “riorganizzare le aree mediche dei nostri ospedali, valorizzando le competenze trasversali della medicina interna, in grado di affrontare anche i problemi dei malati a più alta intensità di cura, come è avvenuto in era pandemica con la gestione delle aree sub intensive da parte dei medici internisti”, ha quindi concluso Manfellotto.

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