Medtronic sviluppa un “pacemaker” cerebrale anti-Parkinson

Salute e Benessere

Si chiama SenSight ed è un sistema di elettrocateteri direzionali per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, Dbs). Consente di personalizzare la terapia e di fornire dati individuali e specifici del paziente

Un valido aiuto per le persone con il morbo di Parkinson potrebbe arrivare da un particolare “peacemaker” sviluppato dalla società statunitense Medtronic. Si chiama SenSight ed è un sistema di elettrocateteri direzionali per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, Dbs). Medtronic spiega che il dispositivo rende possibile “una stimolazione direzionale che consente di personalizzare la terapia e di fornire dati individuali e specifici del paziente grazie alla funzione sensing di rilevamento dei segnali cerebrali”. L’utilizzo di SenSight deve essere abbinato a quello del neurostimolatore Percept PC, disponibile sul mercato dal 2020. Si tratta di un dispositivo di piccole dimensioni che invia all’area del cervello correlata con i sintomi del Parkinson dei segnali elettrici tramite dei fili molto sottili, chiamati elettrocateteri.

Le innovazioni di SenSight

Usare SenSight insieme al neurostimolatore Percept PC permette di migliorare il rilevamento dei segnali elettrici che si generano nel cervello e che possono essere correlati ai sintomi del Parkinson. Si tratta dei Local Field Potential (Lfp, potenziali di campo locali). La stimolazione sensoriale offerta da SenSight rende possibile fornire dei dati individuali e specifici del paziente e dispone di funzionalità di programmazione aggiuntive per personalizzare la terapia. 

I risultati degli studi condotti finora indicano che “la stimolazione profonda eseguita con il sistema Medtronic per la terapia Dbs è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non possono essere controllati in maniera adeguata tramite terapia farmacologica. Il dispositivo sviluppato vanta quindi due importanti innovazioni: la capacità di direzionare gli impulsi elettrici con molta precisione e la capacità di modulare la stimolazione sulla base del bisogno, grazie al sensing, ossia il monitoraggio dell’attività cerebrale”.

 

I vantaggi di una terapia personalizzata

Parlando di SenSight, Jens Volkmann, direttore di dipartimento e professore di neurologia dell’ospedale universitario di Wurzburg, ha dichiarato che “è l’unico elettrocatetere con funzionalità di sensing integrate”. Il docente, uno dei massimi esperti della terapia in Europa, ha aggiunto che “la sfida della Dbs è quella di fornire la stimolazione di una regione molto piccola del cervello solo in determinati momenti, ossia quando i sintomi fluttuanti richiedono un trattamento. Questa nuova tecnologia promette una terapia veramente personalizzata, che possiamo adattare utilizzando i dati oggettivi di ogni paziente per consentire una programmazione in termini di spazio e tempo”.

 

Antonella Grassi, responsabile della divisione di Neuromodulation di Medtronic in Italia, spiega che le innovazioni di SenSight “rappresentano contributi importanti allo sviluppo di terapie personalizzate in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ad esempio, i dispositivi sono compatibili con l’esame di risonanza magnetica e il modello ricaricabile ha un’autonomia di 15 anni, liberando quindi la persona dalla necessità di sostituirlo in questo lasso di tempo. Inoltre, la precisione delle rilevazioni e i programmi di visualizzazione collegati a device mobili e computer permettono al medico di verificare nel dettaglio e con facilità tutti i parametri che gli servono per impostare un percorso fatto su misura”.

 

Il primo impianto

Il primo impianto in Italia di SenSight è avvenuto presso l'Azienda ospedale-università di Padova da Andrea Landi e Angelo Antonini. Ad oggi i centri che hanno già effettuato impianti di SenSight sono: l'Azienda ospedaliera universitaria senese (Francesco Cacciola e Simone Rossi); il presidio ospedaliero San Salvatore dell'Aquila (Alessandro Ricci, Francesco Abbate e Nicola Modugno); l'Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna (Alfredo Conti, Paolo Mantovani, Stefania Nassetti e Giulia Giannini); l'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo (Roberto Donati, Camillo Foresti e Dario Alimonti); l'Aou Maggiore della Carità di Novara (Riccardo Fornaro e Luca Magistrelli); l'Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano e l'Irccs Fondazione Mondino di Pavia (Domenico Servello e Claudio Pacchetti).

ricercatori_ansa

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