Con la seconda somministrazione si arriva al 99%. L’azienda di Castel Romano ha dichiarato che nel corso dello studio non si sono registrati eventi avversi seri correlabili al vaccino
Importanti passi avanti per il vaccino anti-Covid di ReiThera. L’azienda di Castel Romano ha annunciato che a tre settimana dall’inoculazione della prima dose si è osservata una risposta anticorpale contro la proteina Spike in oltre il 93% dei volontari. La seconda somministrazione ha poi permesso di arrivare al 99%. La situazione è migliorata ulteriormente a cinque settimane dalla prima dose: dopo questo periodo il livello degli anticorpi che legano la proteina Spike e che neutralizzano il virus è risultato comparabile a quello misurato in un gruppo di riferimento di pazienti convalescenti dall’infezione Covid-19.
(VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
La sicurezza del vaccino di ReiThera
I nuovi risultati confermano quanto già osservato durante lo studio di fase 1: il vaccino di ReiThera è ben tollerato alla prima somministrazione e lo è ancor di più alla seconda. Gli eventi avversi sono perlopiù lievi e di breve durata e nella maggior parte dei casi si riferiscono a dolore e tensione al sito di iniezione, senso di affaticamento, dolori muscolari e mal di testa. Non si sono registrati eventi avversi seri correlabili al vaccino.
L’analisi dei dati raccolti
La revisione dei dati preliminari di sicurezza e immunogenicità delle prime cinque settimane di studio è avvenuta nel corso di una riunione congiunta del Data Safety Monitoring Board, il comitato indipendente per la valutazione della sicurezza, e dello Steering Committee, il comitato scientifico per la valutazione dell’efficacia. Entrambi hanno espresso un parere favorevole sui dati analizzati e consigliato la prosecuzione dello sviluppo clinico del vaccino GRAd-COV2.
Lo svolgimento dello studio
Lo studio sull’efficacia del vaccino di ReiThera è iniziato lo scorso 18 marzo in 24 centri clinici distribuiti su tutto il territorio italiano. È stato condotto su 917 volontari, di cui il 25% di età superiore ai 65 anni e/o con condizioni associate ad un aumentato rischio di malattia severa a caso di infezione da Sars-CoV-2.