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Covid, Iss: aggiornate linee guida per la sanificazione di ambienti interni non sanitari

Salute e Benessere
©Getty

Sono riportate nel documento “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: ambienti /superfici”. Le indicazioni puntano, con maggiore attenzione, su aspetti riguardanti la sanificazione dell’aria, “in associazione con le misure raccomandate dalle disposizioni vigenti, in relazione alla situazione pandemica”. Questo, considerando come il contagio “è ad oggi più focalizzato sulla via aerea piuttosto che attraverso il contatto con le superfici”

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Nell’ambito del processo di contrasto e prevenzione contro la diffusione del coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha recentemente pubblicato un documento in cui ha aggiornato le linee guida legate ai processi di sanificazione di superfici e ambienti interni non sanitari. Il documento, dal titolo “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: ambienti /superfici” rappresenta un aggiornamento del rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020, datato 15 maggio dell’anno scorso.

La sanificazione dell’aria e dell’ambiente

Le principali novità rispetto al documento precedente, scrive l’Iss, consistono nell’aggiornamento “sulla base delle più recenti evidenze scientifiche relative alla trasmissione del Sars-CoV-2 e alla luce delle disposizioni normative vigenti ed in quello “sulle procedure e sui sistemi di sanificazione/disinfezione generati in situ e altre tecnologie utilizzabili per la sanificazione degli ambienti di strutture non sanitarie, compresa il miglioramento dell’aria degli ambienti”. Le linee guida puntano, con maggiore attenzione, sugli aspetti riguardanti la sanificazione dell’aria e dell’ambiente, “in associazione con le misure raccomandate dalle disposizioni vigenti, in relazione alla situazione pandemica”. La modalità di trasmissione, sottolinea l’Iss, “è ad oggi più focalizzata sulla via aerea piuttosto che attraverso il contatto con le superfici”. Per questo motivo, le concentrazioni più elevate di carica virale “sono presenti in prossimità di un soggetto infetto, tuttavia i contagi da Sars-CoV-2 si possono verificare anche a distanze maggiori attraverso l’inalazione di particelle cariche di virus trasportate dall’aria in spazi interni non correttamente aerati, condivisi con individui infetti. È noto che la trasmissione per via aerea è la modalità dominante di numerose infezioni respiratorie, in particolare in ambienti poco ventilati”.

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Le modalità suggerite per un ricambio frequente d’aria nei vari ambienti

Dunque, è particolarmente consigliato un ricambio frequente d’aria nei vari ambienti, con l’apertura delle finestre o con l’ausilio di purificatori d’aria portatili, nei luoghi in cui non si possano utilizzare impianti di ventilazione meccanica. “L’importanza della ventilazione, come intervento efficace per limitare la trasmissione di patogeni a livello domestico e in scuole e uffici, era già stata evidenziata in passato. In particolare, uno studio cinese del 2016, aveva dimostrato che un aumento della ventilazione, ottenuto mediante apertura delle finestre o con appropriati sistemi di ventilazione e in combinazione con altre misure di monitoraggio, può portare a una significativa riduzione dell’esposizione". Il modo più sicuro e non nocivo, spiegano ancora gli esperti, è quello di utilizzare purificatori con filtrazione meccanica dotati di filtri HEPA (High Efficienty Particulate Air filter) oppure quelli ancora più performanti dotati di filtri ULPA (Ultra Low Penetration Air). L’Oms, comunque, ha suggerito un valore indicativo di ventilazione per persona, sebbene "ogni scenario espositivo richieda una attenta analisi con interventi su diversi parametri quali l’emissione dalla sorgente, l’affollamento, il tempo di esposizione". Intervenendo significativamente sulla riduzione dell’emissione e sugli altri fattori determinanti, comunque, "è possibile calcolare un ricambio di aria tecnicamente praticabile”, spiegano gli esperti. Per la sanificazione di grandi ambienti, poi, vengono proposti anche il trattamento mediante ozono, quello mediante cloro attivo o quello attraverso perossido di idrogeno o anche attraverso radiazione ultravioletta e vapore.

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La sanificazione delle superfici

Relativamente alla disinfezione delle superfici, l’Iss conferma che resta buona norma procedere frequentemente e accuratamente alla sanificazione degli ambienti, attraverso operazioni regolari su “superfici ad alta frequenza di contatto”. Il riferimento è a maniglie, superfici dei servizi igienici, superfici di lavoro, cellulare, tablet, personal computer, occhiali o altri oggetti di uso frequente. “L’utilizzo di prodotti disinfettanti deve essere sempre effettuato nel rispetto delle avvertenze riportate in etichetta o nella scheda dati di sicurezza ed è fondamentale non miscelare prodotti diversi per evitare la formazione di sostanze pericolose”. Per quanto riguarda la specificità delle superfici, su quelle in pietra, metalliche o in vetro, escluso il legno, è consigliato un “detergente neutro e disinfettante virucida a base di sodio ipoclorito 0,1% o etanolo (alcol etilico) al 70% o altra concentrazione, purché sia specificato virucida”. Le superfici in legno dovrebbero essere trattate con un “detergente neutro e disinfettante virucida (contro i virus) a base di etanolo (70%) o ammoni quaternari, come il cloruro di benzalconio”. I servizi igienici dovrebbero quindi essere sottoposti a pulizia con “detergente e disinfezione con disinfettante a base di sodio ipoclorito almeno allo 0,1%”, mentre i tessuti tessili come cotone o lino, andrebbero sottoposti a “lavaggio con acqua calda (90°C) e normale detersivo per bucato. In alternativa, un lavaggio a bassa temperatura con candeggina o altri prodotti disinfettanti per il bucato”.

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