Studio su topi apre la strada alla possibilità di riparare ferite senza lasciare cicatrici

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Su Science, i ricercatori delle Università americane di New York e Stanford riferiscono di aver individuato i segnali molecolari che creano le cicatrici e di aver trovato un modo semplice per bloccarli nei roditori

In futuro sarà probabilmente possibile riparare le ferite senza lasciare cicatrici. Un importante passo in questa direzione arriva da un nuovo studio condotto sui topi dai ricercatori delle Università americane di New York e Stanford.
Sulle pagine della rivista specializzata Science, il team di ricerca riferisce di aver individuato i segnali molecolari che creano le cicatrici e di aver trovato un modo semplice per bloccarli, almeno nei topi.

Lo studio nel dettaglio

Nel corso dello studio, condotto sotto la guida di Shamik Mascharak dell'Università di Stanford, è emerso che sarebbe possibile riparare le ferite senza lasciare cicatrici riprogrammando alcune cellule del tessuto connettivo, i fibroblasti. Nello specifico, i ricercatori hanno alterato nei topi l'attività dei fibroblasti del derma, lo strato intermedio della pelle particolarmente ricco di tessuto connettivo, bloccando la produzione di Engrailed-1 (En-1) un fattore di trascrizione in grado di regolare l'attività genetica delle cellule nel processo di cicatrizzazione.
"Questa modifica è in grado di dare alle cellule riprogrammate una nuova identità, permettendo di rigenerare la pelle ferita, comprese strutture come follicoli piliferi e ghiandole sudoripare. Andando avanti nella sperimentazione sarà possibile in futuro mettere a punto terapie per ridurre o evitare completamente le cicatrici negli esseri umani e favorire l'attivazione delle proprietà rigenerative della pelle", ha spiegato Shamik Mascharak, il coordinatore dello studio.

Osservata in tempo reale la guarigione delle ferite su cellule umane

Nuovi dettagli sulla guarigione di una ferita arrivano anche da un recente studio dell'American Institute of physics, che è riuscito ad osservare per la prima in tempo reale questo processo su cellule umane.
Il team di ricerca grazie a una particolare tecnica sperimentata in laboratorio è riuscito a ricreare in un gel composto da fibrina e collagene un modello di ferita umana, combinando due cellule presenti nelle lesioni: le endoteliali e i fibroblasti. A distanza di 72 ore, il mix di cellule nel gel ha formato una rete di capillari. Dopo l'incisione dei tessuti, la ferita si è rimarginata in circa quattro giorni e dal terzo giorno le cellule sono state viste migrare nella lesione. I ricercatori hanno così scoperto che il processo è mediato principalmente dai fibroblasti.

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