Sla, individuata una spia molecolare nei vasi sanguigni cerebrali

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Il merito va ad un lavoro di ricerca condotto dagli studiosi dell'Istituto Karolinska che potrebbe adesso aiutare nella diagnosi precoce della malattia neurodegenerativa. Al centro dello studio, la correlazione tra livelli elevati di una specifica proteina, la “Spp1” nei fibroblasti perivascolari, la Sla in forma aggressiva e la sopravvivenza del paziente

Una recente scoperta potrebbe aiutare nella diagnosi precoce della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), conosciuta anche come malattia di Lou Gehrig, è una malattia neurodegenerativa progressiva dell’età adulta, determinata dalla perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori. Il merito si deve ad una ricerca effettuata dagli esperti dell'Istituto Karolinska, pubblicata sulla rivista "Nature Medicine", in cui è stata individuata nei vasi sanguigni del cervello una spia molecolare legata alla malattia, che potrebbe spiegarne l'origine e le dinamiche, ancora sconosciute in molti casi.

Una connessione tra il sistema nervoso e quello vascolare

Nello studio è stata infatti riscontrata una connessione, fino ad oggi mai rilevata, tra il sistema nervoso e quello vascolare. Le cause della Sla, hanno sottolineato i ricercatori, sono state chiarite solo per il 5-10% dei pazienti che hanno una forma ereditaria della malattia, ma da tempo obiettivo degli specialisti è quello di capire l'origine di questa malattia, che ha una grande variabilità nell'età in cui si manifesta, nei sintomi non motori e nella sopravvivenza. Nello studio dell'Istituto Karolinska, i ricercatori hanno cercato di comprendere se esiste una possibile connessione tra i cosiddetti “fibroblasti”, cellule del tessuto vascolare cerebrale, e l’esatto momento della manifestazione della malattia, in relazione anche alla sopravvivenza del malato. Gli esperimenti su topi malati di Sla hanno permesso di capire che i geni dei fibroblasti vascolari sono già attivi quando la malattia è ancora in fase asintomatica, anche alcuni mesi prima che si sviluppino danni ai neuroni. Nello specifico del lavoro di ricerca, gli studiosi hanno esaminato i livelli di un elevato numero di proteine in qualità di potenziali marcatori, esaminando il plasma di 574 pazienti con una diagnosi recente di Sla e di 504 persone sane provenienti da 4 nazioni differenti.

Il ruolo di una specifica proteina

I risultati emersi hanno segnalato che esiste una correlazione tra livelli elevati di una specifica proteina, la “Spp1” nei fibroblasti perivascolari, la Sla in forma aggressiva e una breve sopravvivenza. Si tratta della prima volta, come spiegato dagli esperti, che viene osservata una connessione tra il sistema nervoso e vascolare per le forme sporadiche di Sla. "I nostri risultati indicano che gli eventi vascolari sono un fattore nella diversità della malattia e possono migliorare la nostra conoscenza dei suoi primi stadi. Ma serviranno più studi sui meccanismi vascolari della malattia per avere migliori strumenti di prognosi e terapia in futuro", ha sottolineato uno degli autori dello studio, Sebastian Lewandowski.

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