Parkinson, certificazione Ue a primo “pacemaker” impiantabile

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Si chiama “AlphaDBS” ed è stato messo a punto dagli esperti di una società spin-off fondata dal Policlinico di Milano e dall’Università degli Studi di Milano. Il sistema ha ottenuto la certificazione a livello europeo come dispositivo elettromedicale impiantabile, oltre ad esser stato già impiantato sul primo paziente. Ora sarà possibile l’immissione in commercio, con la possibilità dell'uso nella pratica clinica per i pazienti affetti da Parkinson che non rispondono in maniera adeguata alle cure farmacologiche

Una sorta di “pacemaker” in grado di adattarsi automaticamente alle esigenze individuali di ciascun paziente, un sistema ricaricabile di neurostimolazione profonda del cervello capace di gestire completamente le "fluttuazioni" tipiche della malattia di Parkinson. Si chiama “AlphaDBS”, è stato messo a punto gli esperti di Newronika, una società spin-off fondata dal Policlinico di Milano e dall’Università degli Studi di Milano, ed ha raggiunto adesso due importanti traguardi, ovvero la certificazione a livello europeo come dispositivo elettromedicale impiantabile, oltre al primo impianto su un paziente.

Come funziona il sistema

Lo si legge in un comunicato diffuso sul portale dell’Università Statale di Milano, dove si apprende che grazie al raggiungimento di questi traguardi, sarà possibile l’immissione in commercio del dispositivo e, di conseguenza, la possibilità che venga utilizzato nella pratica clinica anche per quei pazienti affetti da Parkinson che non rispondono in maniera adeguata alle cure farmacologiche. Ma come funziona questo sistema? Il punto di partenza è la “stimolazione cerebrale profonda o deep brain stimulation (DBS)”, spiegano gli esperti, che prevede l’impianto di una serie di elettrodi all'interno del cervello, in modo totalmente indolore, che vengono collegati ad uno stimolatore elettrico, inserito sotto la pelle vicino alla clavicola. Si tratta, riferiscono gli studiosi, di un “trattamento approvato da tempo, sicuro ed efficace per i pazienti affetti dal Parkinson in stadio avanzato che non sono adeguatamente controllati con le cure farmacologiche”. E rappresenta una svolta, pensando al fatto che negli ultimi venti anni, questa tipologia di trattamento si è diffuso rapidamente, ma i dispositivi in commercio non erano ancora in grado di gestire completamente le fluttuazioni tipiche del Parkinson. AlphaDBS, si legge ancora, “è in grado di registrare segnali ad alta fedeltà provenienti dalle strutture profonde del cervello mentre la stimolazione elettrica è accesa, ed è in grado di modificare di conseguenza la stimolazione erogata”. In sostanza, il sistema, “legge” in tempo reale i segnali del cervello e permette di far partire la stimolazione elettrica nel momento in cui serve, seguendo il comportamento tipico di un pacemaker per il cuore. Consentendo anche quella che viene definita “stimolazione adattativa”, cioè a misura di ciascun paziente.

La deep brain stimulation

Il dispositivo, dopo esser stato sperimentato su 48 pazienti utilizzando un sistema esterno, ovvero senza l’impianto sottopelle, è stato di recente impiantato in un paziente, ottenendo risultati che hanno confermato l'efficacia della “stimolazione adattativa”. Secondo Alberto Priori, docente di Neurologia presso il dipartimento di Scienze della Salute dell'Università degli Studi di Milano e presidente del Comitato Consultivo Scientifico di Newronika, “la deep brain stimulation è un trattamento consolidato per la malattia di Parkinson, ma la modalità di erogazione della terapia ha avuto un livello di innovazione minimo. La capacità di AlphaDBS di raccogliere informazioni in tempo reale dal cervello e quindi agire in tempo reale 'ad anello chiuso' è un importante avanzamento per la terapia personalizzata, che viene fornita solo quando e quanto necessario”, ha detto.

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