Primavera e allergie: uno studio fa chiarezza sugli antistaminici

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A condurre un lavoro di ricerca sul tema sono stati gli studiosi della McMaster University, in uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sul “Canadian Medical Association Journal”. Tra le informazioni da conoscere, secondo gli esperti, quella secondo cui la maggior parte degli antistaminici sono sicuri se utilizzati durante il periodo della gravidanza e dell'allattamento e anche nei bambini

Gli antistaminici, farmaci che vengono utilizzati per trattare i sintomi delle reazioni allergiche, possono essere particolarmente utili durante la stagione primaverile, ma anche quando vengono somministrati i vaccini contro il Covid, per i quali le eruzioni cutanee, seppur in molti casi in forme non gravi, sono comuni. Ma in genere, vengono utilizzati correttamente questi farmaci, così particolarmente diffusi? A provare a fare chiarezza, ci hanno pensato i ricercatori della McMaster University, in un nuovo studio i cui risultati sono stati pubblicati sul “Canadian Medical Association Journal”.

L’utilizzo più comune e la sonnolenza

Ecco, dunque, quali sono le cose da sapere a proposito degli antistaminici. La prima informazione da tenere presente, secondo gli esperti, è che si tratta di alcuni tra i farmaci più comunemente e scorrettamente utilizzati, in tutto il mondo. Ad esempio, vengono utilizzati per alleviare i sintomi più diffusi della febbre da fieno e di focolai di orticaria, ma non dovrebbero essere utilizzati per l'asma, l'eczema, la tosse o l'insonnia. Inoltre, hanno sottolineato i ricercatori della McMaster University, i farmaci di prima generazione (tra cui difenidramina, clorfeniramina o idrossizina) possono essere associati ad effetti collaterali importanti. Gli antistaminici, poi, possono causare sonnolenza e influenzare anche le funzioni cognitive, interessando in alcuni casi anche il rendimento scolastico. Ma quelli di nuova generazione, invece, hanno dimostrato di essere maggiormente efficaci e di durare più a lungo, generando meno effetti collaterali, tra cui proprio il senso di sonnolenza.

Il trattamento dell’anafilassi e l’uso in gravidanza

Un aspetto da non sottovalutare è, hanno rilevato ancora gli esperti, che il sovradosaggio di questi medicinali (soprattutto per quanto riguarda quelli di prima generazione) può, in alcuni casi, risultare persino fatale. Un altro aspetto messo in evidenza è che gli antistaminici non devono essere utilizzati al posto dell'adrenalina per trattare l'anafilassi, una grave reazione allergica a rapida comparsa che può causare anche il decesso. Al contrario, i farmaci orali possono essere usati insieme alle iniezioni di epinefrina (adrenalina) per trattare le reazioni anafilattiche, ma mai in qualità di sostituto. Infine, hanno sottolineato i ricercatori, è importante sapere che la maggior parte degli antistaminici sono sicuri da usare durante il periodo della gravidanza e dell'allattamento. La ricerca scientifica sul tema, infatti, ha dimostrato che "gli antistaminici a dosi standard non danneggiano il feto durante la gravidanza e possono essere usati durante l'allattamento". Risultano essere farmaci sicuri anche se somministrati nei bambini.

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