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Dislessia, la tecnologia che può aiutare i bambini nella comprensione del testo

Salute e Benessere

Si chiama “Gary” ed è un dispositivo frutto della collaborazione tra gli esperti della Fondazione Bruno Kessler e il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento. Ha permesso di riscontrare, in uno studio che ha coinvolto 40 bambini e bambine di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, un miglioramento del 24% in media nei punteggi di comprensione del testo

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Si chiama “Gary” ed è un particolare strumento che potrà consentire ai bambini con dislessia, disturbo del neurosviluppo che rientra tra quelli specifici dell’apprendimento (DSA) e che interessa le abilità della lettura, di aumentare la comprensione del testo. Lo ha messo a punto uno studio, pubblicato sulla rivista “Journal of Computer Assisted Learning”, frutto della collaborazione tra gli esperti della Fondazione Bruno Kessler e il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento, che ha coinvolto 40 bambini e bambine di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, metà con diagnosi di dislessia e l’altra metà con capacità di lettura tipiche.

Il miglioramento nei punteggi di comprensione del testo

Grazie a “Gary”, hanno rilevato gli esperti, è stato possibile riscontrare un miglioramento del 24% in media nei punteggi di comprensione del testo. Ma di cosa si tratta? E’ Massimo Zancanaro, professore al Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento e responsabile dell’unità di ricerca I3 della Fondazione Bruno Kessler, a spiegarlo. “E’ un prototipo che fornisce la lettura ad alta voce del testo e allo stesso tempo, attraverso un dispositivo eye tracker, individua lo sguardo del lettore sul testo digitale mostrato sul video, monitorando se stia guardando la parola che segue, che a quel punto viene evidenziata”, ha sottolineato. “Abbiamo dimostrato che questa tecnologia facilita la comprensione del testo nei lettori che presentano difficoltà di lettura”, ha poi aggiunto Zancanaro, confermando come il miglioramento delle abilità legate alla comprensione del testo risulti “evidente rispetto alle tecnologie di supporto alla lettura basate sul solo audio, che non agiscono sull’attenzione del bambino, ma che invece tendono solo a sollevarlo dalla difficoltà della lettura di un testo”. “Gary”, che agisce attraverso la regolazione automatica della velocità dell’audio e la guida dell’attenzione sul testo scritto, non elimina la fatica della lettura tipica del bambino dislessico, ma anzi la agevola, “favorendo così il controllo attentivo e di conseguenza la maggiore comprensione”, hanno rilevato i ricercatori.

Ulteriori ricerche ed approfondimenti

“Come ipotizzato l’uso di Gary aumenta la comprensione della lettura nei bambini e bambine con dislessia rispetto a un tradizionale strumento di sintesi vocale, mostrando un miglioramento del 24% in media nei punteggi di comprensione del testo”, hanno quindi sottolineato gli esperti, protagonisti della ricerca. Lo studio adesso, unito al perfezionamento e al potenziamento del prototipo “Gary” realizzato dalla Fondazione Bruno Kessler, potrà essere la base di ulteriori ricerche ed approfondimenti sia nel campo della dislessia, ma non solo, anche in quello dell’apprendimento delle lingue straniere, soprattutto quelle, rilevano gli esperti, “in cui la parola scritta spesso non coincide con la sua pronuncia”.

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