Dal Cnr-Irgb una buona notizia: una possibile nuova arma contro il tumore

Salute e Benessere

Raffaella Cesaroni

Lo studio dei ricercatori dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche è stato sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista eLife

In un mondo impegnato da oltre un anno a combattere la pandemia da Covid-19, il “male del secolo” – il cancro – approfitta della distrazione generale per continuare subdolamente a colpire e uccidere. Secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) in collaborazione con l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), si stima che in Italia nel 2020 – anno consumato a contenere il diffondersi del coronavirus - siano stati diagnosticati circa 1.030 nuovi casi di tumore al giorno (al giorno!) e che il numero totale proiettato sull’intero anno sia di oltre 376.000. Si stima, appunto, visto che sono migliaia le visite mediche saltate nel 2020 a causa del Covid-19, con tutto quello che questo comporta in tema di prevenzione e lotta ai tumori. Ecco, in un contesto così difficile, con la pandemia in corso e visite e cure che continuano a saltare, mettendo a rischio la salute e la vita delle persone, possiamo condividere una buona notizia, che arriva – come spesso accade – dalla ricerca scientifica.

 

La ricerca del Cnr-Irgb

Premessa. In alcuni tumori si trovano mutazioni nei geni che codificano per il complesso proteico noto come coesina. “La coesina contribuisce a una corretta divisione cellulare, all’organizzazione tridimensionale del nucleo e alla regolazione dell’espressione genica”, spiega Antonio Musio, ricercatore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb), che ha condotto lo studio, in collaborazione con colleghi dellUniversity of Otago (Nuova Zelanda) e l’Australian National University (Australia). I risultati sono pubblicati sulla rivista eLife. E li abbiamo raccontati su Sky Tg24. Quando la coesina non funziona correttamente, la cellula si destabilizza, cresce in maniera incontrollata e si trasforma in tumorale. Tuttavia, i molteplici ruoli del complesso proteico offrono anche l’opportunità di inibire la crescita delle cellule tumorali interferendo con le vie biochimiche che dipendono dalla funzione della coesina stessa.

 

“Nella ricerca abbiamo studiato l’efficacia di 3.009 composti chimici, di cui 2.399 approvati dalla Food and Drug Administration, nell’inibire la crescita delle cellule tumorali con mutazioni a carico della coesina”, continua Musio. “Dallo screening sono stati selezionati 206 composti e particolarmente interessante si è rivelato il composto LY2090314. Inibendo il gene GSK3, tale composto attiva la via biochimica di Wnt, una famiglia di glicoproteine, determinando un’efficace riduzione della crescita cellulare”.

Il processo è stato dimostrato sia in cellule tumorali umane in coltura sia in un animale di laboratorio, lo zebrafish, suggerendo che la sensibilità all’attivazione di Wnt in un contesto genetico in cui la coesina è mutata sia un fenomeno conservato nel corso dell’evoluzione.

Il ruolo della coesina nello sviluppo tumorale

“Siamo impegnati da anni a comprendere il ruolo della coesina nello sviluppo tumorale e i risultati della ricerca aprono nuove prospettive per la cura delle neoplasie”, conclude il ricercatore dell’istituto Cnr-Irgb. “Il fine di tali studi è aprire la strada allo sviluppo di terapie. In questo ambito la coesina potrebbe rappresentare un bersaglio molecolare per impedire il processo neoplastico”.

Termini e processi non semplici da spiegare e capire. Semplifichiamo: si tratta di medicina di precisione. Cure che mirano direttamente al bersaglio, la malattia, il cancro, le cellule tumorali. Evitando di colpire le cellule normali, sane, risparmiando ai malati oncologici i pesanti effetti collaterali di cure salvavita come la chemioterapia e la radioterapia.

Questa è la medicina del futuro, un campo scientifico sterminato in cui la ricerca è però imprescindibile. Il lavoro è stato sostenuto, per la parte italiana, da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. Ma suggerisce quanto sia importante dare a scienziati e ricercatori strumenti e risorse.

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