Covid, Palù (Aifa): “Riaperture? Servono altri due mesi di sacrifici”

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Lo ha spiegato, nel corso di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, il virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). “Spingendo sulle vaccinazioni e rinunciando per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture”, forse si riuscirà a “tenere a bada il virus”, ha sottolineato

“Se terremo a bada il virus nei prossimi due/tre mesi, forse usciremo dal raggio della sua minaccia. Le infezioni respiratorie raggiungono il picco in inverno e in primavera-estate si mitigano". Come fare? "Spingendo sulle vaccinazioni e rinunciando per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture”. E’ questo il pensiero del professor Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), spiegato nel corso di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”.

No alle riaperture, cautela con scuole superiori e università

No alle riaperture, almeno per il momento, secondo Palù: “Sì. Mi dispiace dirlo, anche gli impianti sciistici potrebbero costituire un rischio”, ha spiegato l’esperto. E cautela è necessaria anche per quanto riguarda la riapertura delle scuole, almeno per i più grandi. “Sappiamo da 4-5 studi che l’infezione, a prescindere dalle mutazioni, ha una certa prevalenza tra 12-19 anni e poi tra 19 e 50 anni. Quindi andrei cauto con la ripresa di scuole superiori ed università. Sarebbe ideale poter spostare il calendario scolastico in avanti, quando il quadro sarà migliore”, ha spiegato.

Il timore di una terza ondata e le varianti del virus

Secondo Palù, anche in virtù dei recenti numeri legati ai nuovi contagi e ai casi relativi alle nuove varianti, la terza ondata “si può evitare”. Attualmente, ha sottolineato il virologo, “siamo in una fase discendente della curva epidemica, anche se lenta. Non è il momento di distrazioni. Fino a che l’abbassamento dell’Rt non sarà significativo tutti noi siamo chiamati a rispettare le misure di protezione individuale ed evitare gli assembramenti”, ha ricordato. E proprio sul fronte varianti del virus, Palù ha espresso la sua preoccupazione. “Le tre varianti che stanno circolando nel mondo, l’inglese, sudafricana e brasiliana, rendono il Sars-CoV-2 più contagioso e quindi aumentano il rischio di ricoveri in ospedale e di decessi”, ha detto nel corso dell’intervista. “La preoccupazione non si può negare. Però ripeto, per tenere sotto controllo le varianti, a cominciare da quella inglese, più diffusa in Italia, servono le stesse precauzioni e le stesse misure utilizzate per il ceppo originario di Wuhan, la città cinese dove la pandemia è nata”.

La protezione dei vaccini contro la variante inglese

I vaccini disponibili contro il coronavirus sono efficaci contro le varianti, nello specifico quella inglese che potrebbe diventare predominante anche nel nostro Paese? Su questo tema, Palù, si è detto ottimista. “La variante inglese, scoperta a settembre 2020 nel Kent, ha una serie di mutazioni nella proteina Spike, che il virus utilizza per attaccare le cellule. E’ più contagioso del 20-40% rispetto al ceppo cinese, ma non più letale. I vaccini hanno come bersaglio la Spike ma tutti gli immunizzati in Gran Bretagna non si sono reinfettati quindi la risposta è sì, funzionano”, ha detto. “Per quanto riguarda quelli di Pfizer e Moderna, la loro efficacia anti-variante inglese è stata provata da studi già noti alla comunità scientifica”, ha quindi aggiunto.

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