Lo studio: bere caffè potrebbe ridurre il rischio di insufficienza cardiaca

Salute e Benessere

A sostenerlo una ricerca condotta dagli studiosi dell'Università del Colorado che hanno revisionato tre studi scientifici sul tema, riscontrando una "sorprendente associazione tra la caffeina e la riduzione del rischio di insufficienza cardiaca”. Ad oggi però, hanno specificato i ricercatori, "non ci sono ancora prove abbastanza chiare per raccomandare di aumentare il consumo di caffè” anche per prevenire tale rischio

Bere una o più tazze di caffè al giorno potrebbe contribuire a ridurre il rischio di insufficienza cardiaca. A sostenerlo è stato un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica "Circulation: Heart Failure", che fa parte dell'American Heart Association, e che ha visto protagonisti i ricercatori dell'Università del Colorado.

La revisione di tre studi scientifici

Gli studiosi, nel corso del loro lavoro di ricerca, hanno provveduto ad una revisione di tre differenti studi scientifici, da cui è emerso come il consumo di una o più tazze di caffè possa contribuire ad un ridotto rischio di questa condizione cardiovascolare. Lo scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca), come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, “è una malattia grave che dopo i 65 anni di età rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale” e si verifica quando il cuore diventa troppo debole o manifesta una ridotta capacità di contrarsi e non riesce più, quindi, a lavorare in modo ottimale. Le cause sono diverse, tra esse la disfunzione sistolica del ventricolo sinistro (disfunzione ventricolare sinistra) che accade quando la contrazione del ventricolo che pompa il sangue dal cuore verso il resto del corpo diventa debole. Oppure si manifesta quando il ventricolo sinistro diventa rigido, e quindi non riesce a riempirsi bene di sangue o quando si presenta un danno valvolare, per cui le valvole cardiache sono malate o danneggiate.

I dati evidenziati dalla ricerca

I ricercatori americani, in due studi su tre revisionati, hanno evinto che il rischio di insufficienza cardiaca nel corso dei decenni è diminuito tra il 5 e il 12% per ogni tazza bevuta ogni giorno. In una ricerca condotta sul rischio di aterosclerosi, una malattia degenerativa multifattoriale che colpisce le arterie, il rischio di insufficienza cardiaca invece non mutava se si beveva al massimo una tazza al giorno di caffè, ma poteva diminuire di circa il 30% nelle persone che ne bevevano almeno due tazze al giorno. Da un solo studio sui tre analizzati, poi, è emerso come bere caffè decaffeinato possa contribuire ad un effetto opposto sul rischio di insufficienza cardiaca, aumentando dunque il rischio di questa condizione. "L'associazione tra caffeina e riduzione del rischio di insufficienza cardiaca è stata sorprendente. Il caffè e la caffeina sono spesso considerati dalla popolazione generale come 'cattivi' per il cuore perché le persone li associano a palpitazioni e ipertensione", ha spiegato David Kao, autore senior dello studio. "Tuttavia non ci sono ancora prove abbastanza chiare per raccomandare di aumentare il consumo di caffè per ridurre il rischio di malattie cardiache con la stessa forza e certezza che c'è per smettere di fumare, perdere peso o fare esercizio fisico", ha poi puntualizzato l’esperto.

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