Vaccino Covid, Aifa: “Seconda dose non necessaria in caso di contagio dopo la prima”

Salute e Benessere

Come spiegano gli esperti, un’infezione da Sars-CoV-2 rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario, che si somma a quello fornito dalla prima dose di vaccino

Chi contrae il Covid-19 in seguito alla somministrazione del vaccino deve ricevere comunque la seconda dose? L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha risposto a questa e altre domande tramite delle nuove Faq pubblicate sul suo sito ufficiale. Come spiegano gli esperti, un’infezione da Sars-CoV-2 rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario, che si somma a quello fornito dalla prima dose di vaccino. Alla luce di questo e del fatto che l’infezione naturale conferisce una risposta immunitaria specifica per il virus, non è indicato somministrare la seconda dose a chi si ammala di Covid dopo aver ricevuto la prima.

Aifa: “Non è escluso un eventuale richiamo in futuro”

Nelle Faq pubblicate sul suo sito, l’Aifa spiega che nella maggior parte delle persone “la prima dose di vaccino evoca un’iniziale risposta immunitaria che conferisce una protezione solo parziale. Questa inizia, a seconda del tipo di vaccino, dopo circa 2-3 settimane dalla prima dose, mantenendo quindi il rischio di Covid-19 ancora consistente, seppur ridotto. La seconda dose di vaccino è necessaria, quindi, per incrementare la risposta immunitaria e ottenere la protezione vaccinale ottimale”. Tuttavia nel caso di chi contrae l’infezione da coronavirus dopo aver ricevuto la prima dose “non è indicato somministrare la seconda dose vaccinale”. Gli esperti dell’Aifa precisano che la vaccinazione parziale e la successiva infezione “non precludono un eventuale richiamo della vaccinazione anti-Covid nel futuro, se i dati sulla durata della protezione immunitaria indicheranno questa necessità”.

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I ritardi del vaccino di Pfizer

Mentre in Italia prosegue la somministrazione delle dosi di vaccino finora arrivate, cresce tra gli esperti la preoccupazione per i ritardi nelle consegne del siero di Pfizer. L’azienda, infatti, ha annunciato che la prossima settimana nella Penisola arriverà il 20% delle dosi previste. Per Giorgio Palù, il presidente dell’Aifa, questi ritardi “complicano il quadro”. “C’è una certa preoccupazione, ma sembra che nella settimana che comincia il 15 febbraio il ritardo dovrebbe essere sanato. Se fosse solo un ritardo tecnico, come sembra, una settimana o due dovrebbero incidere granché”, ha spiegato nel corso di un’intervista a “Radio anch’io”.

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