Covid, lo studio dell’ospedale di Bergamo: un paziente guarito su due ha ancora sintomi

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Le donne sono più sintomatiche e sofferenti degli uomini e riferiscono stanchezza con una frequenza quasi doppia. Sono solo alcuni dei dati emersi da uno studio clinico dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha valutato e seguito per 6 mesi 1.562 persone che si sono ammalate durante la prima ondata epidemica

Un paziente guarito da Covid-19 su due ha ancora sintomi come affaticamento, dispnea da sforzo e palpitazioni. Le donne, in particolare, sono più sintomatiche e sofferenti degli uomini e riferiscono stanchezza con una frequenza quasi doppia. Questi sono solo alcuni dei dati emersi da uno studio clinico dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha valutato e seguito per 6 mesi (da maggio a ottobre 2020) 1.562 pazienti che si sono ammalati tra febbraio ed agosto 2020, durante la prima ondata epidemica (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA).

Lo studio su 767 pazienti guariti dal Covid-19

 

Lo studio, intitolato “Surviving COVID-19 in Bergamo Province: a post-acute outpatient re-evaluation”, è stato pubblicato sulla rivista specializzata Epidemiology & Infection e riguarda e i 767 pazienti (di età compresa tra i 20 e i 92 anni) che al 31 luglio avevano completato la valutazione post-dimissione. Di questi, 668 persone sono state ricoverate e 66 di loro (8,6%) hanno avuto bisogno di cure ad alta intensità in terapia intensiva.
In particolare, gli infettivologi del Papa Giovanni XXIII hanno elaborato i dati raccolti al 31 luglio dal percorso di presa in carico avviato all’inizio di maggio alla Fiera di Bergamo.  
“Questi ambulatori hanno offerto un percorso clinico di follow-up a circa 30 pazienti a settimana con pregressa malattia da SARS-CoV-2 dimessi dai nostri reparti. Siamo stati tra i primi al mondo a proporre un percorso di questo tipo", ha dichiarato Marco Rizzi, direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale di Bergamo.

 

I numeri nel dettaglio

 

Dall'analisi, in cui sono stati eleborati i dati raccolti al 31 luglio è emerso che 121 pazienti (16%) hanno perso indipendenza, anche se solo 6 di loro sono diventati moderatamente-gravemente dipendenti dagli altri. Inoltre, l'1,8% dei pazienti guariti dal Covid-19 non riesce ancora a svolgere le normali attività e lavorare e il 24,2% prende ancora i farmaci introdotti durante il ricovero.
A livello psicologico, invece, il 30% dei pazienti è ancora alle prese con aspetti traumatici correlati al Covid-19, anche se, per la stragrande maggioranza di loro, con risorse personali sufficienti per reagire. “La malattia ha lasciato in diversi casi esiti psicologici rilevanti, come ci aspettavamo dopo un evento così traumatico, anche a livello sociale, che ha scardinato tutte le nostre certezze. I pazienti raccontano in particolare la solitudine vissuta in ospedale, nell’impossibilità di vedere famigliari ed amici, e la paura data in larga parte dall’incertezza di quello che stava succedendo”, ha spiegato Ave Maria Biffi, referente per la Psicologia del Papa Giovanni degli ambulatori psicologici allestiti alla Fiera di Bergamo.

Health staff perform drive-in swabs at San Paolo Hospital during Covid-19 emergency, Milan, Italy, 07 November 2020.  ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

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