Empatia: anche un robot può prevedere le azioni di un suo simile

Salute e Benessere

Un nuovo esperimento condotto dalla Columbia University di New York suggerisce che anche nei robot potrebbe esistere una "Teoria della mente", ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri per anticiparne le azioni

Dopo la scoperta nei topi del meccanismo cerebrale che rende "contagiosa" la paura, un nuovo esperimento condotto dalla Columbia University di New York dimostra che anche nei robot è possibile accendere "una scintilla di empatia".
Un robot della Columbia Engineering ha imparato a prevedere le azioni e gli obiettivi di un suo simile semplicemente osservandolo per poche ore.
I risultati del nuovo studio, descritti sulla rivista Scientific Reports, potrebbero aiutare ad ottimizzare la comunicazione sia tra i robot, sia fra le macchine e l'uomo.
Secondo gli autori, il loro esperimento suggerisce che anche nei robot potrebbe esistere una "Teoria della mente", ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri per anticiparne le azioni.

L'esperimento nel dettaglio

 

Nel test, un robot è stato programmato per cercare e muoversi verso dei cerchi di colore verde. A volte, tuttavia, dalla sua prospettiva questi cerchi risultavano essere nascosti da una scatola di cartone rossa. Ostacolo che il robot ha superato andando in cerca di altri cerchi o bloccandosi. Un secondo robot osservatore, posto in una posizione che gli consentiva di vedere tutti cerchi verdi, dopo aver osservato il suo simile per due ore, ha iniziato ad anticipare l'obiettivo e il percorso dell'altra macchina.
Il robot osservatore, come precisato dagli autori, è riuscito a prevedere "l'obiettivo e il percorso del suo partner 98 volte su 100, in diverse situazioni".  

 

Forma primitiva di empatia tra robot

 

Sulle pagine della rivista specializzata, gli autori riconoscono che i comportamenti esibiti dal robot sono molto più semplici rispetto a quelli degli esseri umani. Tuttavia, ipotizzano che i risultati ottenuti suggeriscano l'esistenza di una forma primitiva di empatia tra le due macchine. Riuscire a prevedere le azioni future sulla base dell'osservazione "è una capacità in grado di migliorare significativamente la sintonia e il grado di interazione naturale di un robot con un umano, dal momento che la barriera linguistica viene superata nell'esecuzione di compiti nei quali, ad esempio, è necessario un coordinamento o un accordo reciproco", ha precisato Antonio Frisoli, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Guardando al futuro, ha aggiunto "possiamo immaginare robot in grado di assecondare le nostre azioni in modo collaborativo ed efficace".

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