Covid, Palù (Aifa): “A giugno immunizzati 15 milioni italiani”

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Il direttore dell'Aifa in un'intervista: "Auspichiamo di avere entro giugno almeno 25-30 milioni di dosi dalle due aziende i cui vaccini sono già disponibili e contiamo di poter ottenere forniture addizionali oltre quelle prenotate"

"Auspichiamo di avere entro giugno almeno 25-30 milioni di dosi dalle due aziende i cui vaccini sono già disponibili e contiamo di poter ottenere forniture addizionali oltre quelle prenotate. Per quel periodo avremo comunque immunizzato circa 15 milioni di italiani mettendo in sicurezza le persone più a rischio e i luoghi nevralgici: ospedali e strutture per anziani". Così il virologo Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia nazionale del farmaco (Aifa) in un’intervista al Corriere della sera.

"In corso trattative per forniture in più"

 In questo modo, secondo Palù, l'epidemia "verrebbe contenuta", "il virus continuerebbe a circolare nelle altre categorie di soggetti, soprattutto più giovani, meno esposti alle conseguenze gravi della malattia. Una certezza l'abbiamo: i vaccini finora autorizzati sono molto efficaci oltre che sicuri". Sulle forniture in più: "Sono in corso trattive comunitarie dell'Unione europea e unilaterali dell'Italia per l'acquisto di ulteriori quantitativi. Le nostre istituzioni hanno avviato contatti diretti con le aziende produttrici per avere un incremento significativo di dosi entro giugno". Quali sono i dubbi da sciogliere sul vaccino di AstraZeneca? "L'efficacia è fuori dubbio, ma con quale dosaggio e con quale intervallo tra la prima e la seconda somministrazione? Questi i punti principali che l'agenzia Ema e quella americana Fda vogliono chiarire".

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"Ancora misure di prevenzione finché il 65% non sarà immune"

“Fino a quando il 65% della popolazione non sarà immune – continua Palù - non se ne parla di rinunciare alle indispensabili misure di prevenzione individuale. Mascherina, distanziamento, igiene delle mani". Secondo l’esperto comunque, l’Italia non è in ritardo con la somministrazione, "siamo di poco sotto la Germania, in proporzione col numero di abitanti. Stiamo procedendo ben più velocemente della Francia e stiamo andando avanti con rapidità sempre maggiore. Su questo aspetto non c'è preoccupazione".

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