Con pressione sanguigna diversa nelle due braccia più rischio cardiovascolare. Lo studio

Salute e Benessere

La differenza nelle letture della pressione sanguigna tra il braccio destro e quello sinistro è collegata a un maggior rischio di infarto e ictus. È quanto emerso da un nuovo studio coordinato dall'Università di Exeter

Sotto la guida dell’Università di Exeter, un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto che la differenza nelle letture della pressione sanguigna tra il braccio destro e quello sinistro è collegata a un maggior rischio di infarto, ictus e morte. Dai risultati dello studio, pubblicati sulle pagine della rivista Hypertension, emerge che maggiore è la differenza di pressione sanguigna tra gli arti superiori, più alto è il rischio per la salute del paziente. Le linee guida internazionali sulla pressione sanguigna invitano gli operatori sanitari a misurare la pressione in entrambe le braccia durante la valutazione del rischio cardiovascolare, ma secondo gli autori della ricerca si tratta di un’indicazione che viene “ampiamente ignorata”.

Linee guida potrebbero andare incontro a una revisione

 

Grazie ai risultati del nuovo studio, le linee guida internazionali sull’ipertensione potrebbero andare incontro a una revisione. Cambiamento che potrebbe portare all'identificazione di un maggior numero di pazienti a rischio e a dare loro cure potenzialmente salvavita.
La pressione sanguigna si misura in unità di millimetri di mercurio (mmHg) e la lettura è sempre data da due numeri: la lettura superiore (sistolica), che è la pressione sanguigna massima e il valore inferiore (diastolico), che rappresenta la pressione sanguigna minima. Una pressione sanguigna sistolica alta indica ipertensione, la principale causa al mondo di infarti e ictus. Come spiegato dagli autori dello studio, una differenza significativa tra i livelli di pressione sanguigna sistolica tra le due braccia potrebbe essere indicativa di un restringimento o irrigidimento delle arterie, che può alterare il flusso sanguigno.

 

I risultati dello studio

 

In particolare, dal nuovo studio è emerso che per ogni differenza di mmHg riscontrata tra il braccio destro e il sinistro, aumenterebbe dell'1% il rischio previsto a 10 anni che si verifichi un'angina, un infarto o un ictus. Attualmente, le linee guida europee riconoscono come soglia indicativa di un maggior rischio cardiovascolare una differenza sistolica pari o maggiore di 15 mmHg tra le due braccia. Dal nuovo studio è, invece, emerso che anche una soglia inferiore di 10 mmHg è indicativa di un rischio ulteriore. "La nostra ricerca mostra che il poco tempo in più necessario per misurare la pressione su entrare le braccia potrebbe salvare vite umane”, ha spiegato il coordinatore del team di ricerca, Chris Clark della University of Exeter Medical School. "Maggiore è la differenza di pressione sanguigna tra le braccia, maggiore è il rischio cardiovascolare, quindi è davvero fondamentale misurarla a entrambe le braccia per stabilire quali pazienti possono avere un rischio significativamente maggiore".

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