Covid, perché il vaccino Pfizer è stato somministrato prima nel Regno Unito?
Londra ha deciso di avvalersi dell'autorizzazione di emergenza, possibilità a cui possono far ricorso tutti i Paesi membri dell’Ue, per bypassare la valutazione dell'Agenzia europea per i medicinali. Fino al 31 dicembre 2020, termine del periodo di transizione per la Brexit, il Regno Unito è ancora soggetto alle regole dell'Unione europea
Il Regno Unito è il primo Paese nel quale sono iniziate le somministrazioni del vaccino Pfeizer contro il coronavirus
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A ricevere la prima dose è stata Margaret Keenan, che compirà 91 anni la settimana prossima. Alla donna il vaccino Pfeizer è stato somministrato alle 6:31, le 7:31 in Italia, nell'Ospedale universitario di Coventry
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Il motivo per cui le vaccinazioni sono cominciate in Uk e non ancora negli altri Stati è ben lontano dalla Brexit, ossia dal fatto che il Regno Unito sia uscito dall’Unione Europea, come alcuni stanno sostenendo
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Di fatto, dato che il periodo di transizione del Paese per la fuoriuscita dell’Unione Europea termina il 31 dicembre 2020, il Regno Unito è attualmente ancora soggetto alle regole dell’Ue e dell’Ema (l'agenzia europea per i medicinali)
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Londra ha però deciso di non aspettare la decisione dell’Ema avvalendosi dell'autorizzazione di emergenza, possibilità a cui possono far ricorso tutti i Paesi membri dell’Ue
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L'autorizzazione ha valenza solo locale, quindi il farmaco non può circolare fuori dal Paese in questione: in questo caso il Regno Unito, che è l’unica nazione (per ora) a essersi avvalsa dell’autorizzazione d’emergenza
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Gli altri 27 stati dell’Ue hanno invece deciso di procedere uniti e attendere le verifiche dell’Ema visto che l'autorizzazione di emergenza si basa su meno dati
Un altro caso in controtendenza rispetto alle scelte dell’Ue, è quello dell’Ungheria che sta ragionando sull’avvalersi dell’autorizzazione di emergenza, in questo caso però, per somministrare alla popolazione il vaccino russo Sputnik 5
Attualmente i ricercatori stanno lavorando su tre tipologie di vaccini: Rna, ossia una sequenza di RNA sintetizzata in laboratorio che, una volta iniettata nell’organismo umano, induce le cellule a produrre una proteina simile a quella del Covid-19; Dna, viene introdotto un frammento di DNA sintetizzato in laboratorio in grado d’indurre le cellule a sintetizzare una proteina simile a quella del Coronavirus; Vaccino proteico, utilizzando la sequenza RNA del vi-rus (in laboratorio), si sintetizzano proteine o frammenti di proteine del capside virale
A oggi si trovano nella fase finale della sperimentazione 11 vaccini. I più noti sono appunto quello Pfizer-Biontech e quello di Moderna, che utilizzano entrambi il metodo dell’Rna messaggero. Rispettivamente hanno dato risultati positivi al 90% il primo e al 94,5% il secondo
Altro vaccino in fase finale è quello di AstraZeneca-Università di Oxford che utilizza invece il vettore vaccinale e avrebbe ottenuto un’efficacia media del 70%
Sul vettore vaccinale di basa anche il vaccino russo Sputnik 5 che avrebbe un’efficacia tra il 92% e il 95%, stando ai dati pubblicati sul sito sputnikvaccine.com
Al momento non è ancora noto se e quando i vaccini COVID-19 saranno approvati. L’ipotesi è che l’Ema riceva i dati clinici sui vaccini più avanzati in fase di sviluppo verso la fine del 2020
L'EMA effettuerà quindi una valutazione approfondita di questi dati per raggiungere un parere scientifico sulla sicurezza, efficacia e qualità del vaccino e quindi se è adatto a vaccinare le persone
Se le prove scientifiche supporteranno una valutazione positiva del rapporto rischio-beneficio per uno qualsiasi dei vaccini, la Commissione europea concederà un'autorizzazione all'immissione in commercio valida in tutta l'UE nel più breve tempo possibile