Covid, pediatri-Iss: finora 8 decessi tra 0 e 19 anni. -40% accessi al pronto soccorso

Salute e Benessere

Sono a quota 149.219 i casi di coronavirus diagnosticati in questa fascia d’età dall’inizio della pandemia, circa il 12% del totale. Questi sono solo alcuni dei dati comunicati dalla Sip in occasione della conferenza stampa di presentazione del Congresso Straordinario Digitale "La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2”

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, in Italia sono stati registrati 8 decessi con coronavirus tra i bimbi e ragazzi di età compresa tra 0 e 19 anni, a fronte degli oltre 52.000 decessi registrati tra gli adulti. Questi sono solo alcuni dei dati, comunicati dalla Società Italiana di Pediatri (Sip), in occasione della conferenza stampa di presentazione del Congresso Straordinario Digitale "La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2”, sulla base degli ultimi numeri forniti dall'Istituto Superiore di Sanità (aggiornati al 18 novembre). I dati mostrano, comunque, una diffusione piuttosto consistente del coronavirus tra i più giovani: sono a quota 149.219 i casi diagnosticati, dall’inizio della pandemia, in questa fascia d’età, circa il 12% del totale.  

I numeri nel dettaglio

 

Nello specifico, tra gli 0 e i 9 anni sono stati diagnosticati 43.841 casi di coronavirus, pari al 3,6% del totale, mentre nella fascia di età 10-19 si contano 105.378 contagi, pari all'8,6%. Tra i bimbi da zero o un anno, gli asintomatici sono il 64%, quelli con sintomi lievi il 32% e solo il 3% manifesta sintomi severi. Tra i 2 e i 19 anni, invece, gli asintomatici sono più di 7 su 10, e la restante parte ha pochi sintomi. Solo il 0,4% ha sintomi severi dovuti all’infezione da coronavirus. "Nei mesi del lockdown tra i bambini abbiamo avuto 4 decessi con pregresse patologie e un numero molto basso di contagi. Contagi che sono rimasti bassi nel periodo post lockdown ed estivo. Poi, da ottobre in poi, abbiamo visto un incremento della curva. Ma anche i nuovi numeri confermano che i bambini hanno forme meno gravi e che è rara, anche se non impossibile, la necessità di cure intensive”, ha dichiarato Alberto Villani, presidente Sip. Anche rispetto ai decessi, conclude l’esperto, "gli ultimi dati sono in linea con l'atteso, a conferma del fatto che i bambini corrono meno rischi diretti a causa dell'emergenza sanitaria ma hanno tutta una serie di rischi collaterali molto importanti, le cui conseguenze però non si manifestano oggi".

 

Covid-19, pediatri: -40% accessi al pronto soccorso 

 

Dal Congresso Straordinario Digitale "La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2” è emerso anche che il Covid-19 sta avendo conseguenze importanti sulla salute dei bambini.

Nello specifico, secondo i dati comunicati dalla Sip, dall’inizio dell’epidemia gli accessi al pronto soccorso pediatrico si sono ridotti in media del 40% e conseguentemente sono emersi dei ritardi nella diagnosi di patologie anche gravi.   

"A farne le spese sono soprattutto i più fragili, cioè quel milione di bambini con patologie croniche complesse che, durante le fasi più acute della pandemia, si sono trovati nella impossibilità di seguire i controlli, di raggiungere gli ospedali e spesso anche gli ambulatori dei pediatri di famiglia, con conseguenze negative sul piano clinico e psicologico", ha spiegato Giovanni Corsello, past president Sip, intervenendo alla presentazione del congresso.

 

Il 40% dei bambini “fragili” ha interrotto i controlli

 

La pandemia di coronavirus ha portato, seppur indirettamente, anche a una riduzione del numero delle vaccinazioni somministrate ai più piccoli. Inoltre, secondo un'indagine condotta dalla Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità Congenite, dall’inizio della pandemia di coronavirus il 40% dei bambini “fragili” ha interrotto i controlli, spesso decisivi per evitare complicanze della patologia. Secondo le stime della Società di Medicina Emergenza Urgenza Pediatrica (Simeup) durante la pandemia il calo medio dell'utenza pediatrica nei Pronto Soccorso è stato del 40%. In alcuni territori questa percentuale sale all’80%. Un altro dato da non sottovalutare è la crescita dal numero di bambini nati morti durante il Covid, per i mancati controlli in gravidanza. In Lazio, per esempio, è stato registrato un significativo aumento dei bambini nati morti. "Abbiamo avuto difficoltà nella prima ondata ma gli ospedali e i pronto soccorso oggi sono sicuri. Non si rischia il contagio e bisogna farvi ricorso ogni volta che sia necessario”, ha commentato il presidente della Sip.

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