Covid, Cecconi (Humanitas) a Sky TG24: “Ci sono anche molti giovani in terapia intensiva”

Salute e Benessere

Lo ha dichiarato il direttore del Dipartimento Anestesia e Terapie Intensive di Humanitas e presidente della Società europea delle Terapie Intensive, commentando i dati secondo cui l’Italia sarebbe il terzo Paese al mondo per mortalità da Covid. “La mortalità è concentrata sulle fasce più deboli, anziani e pazienti con comorbidità”, ha aggiunto

“Quando arrivano così tanti malati insieme, anche i giovani in una piccola percentuale, ma con un numero che diventa grande in una pandemia, possono finire in terapia intensiva: infatti abbiamo molti giovani in questo momento nelle terapie intensive”. Lo ha dichiarato a Sky TG24 Maurizio Cecconi, direttore del Dipartimento Anestesia e Terapie Intensive di Humanitas e presidente della Società europea delle Terapie Intensive, commentando gli ultimi dati dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA), secondo cui l’Italia sarebbe il terzo Paese al mondo per mortalità da Covid e il primo in Europa.

Cecconi: “Mortalità concentrata su fasce più deboli e anziani” 

 

“Dobbiamo prendere atto di una seconda ondata che ha contagiato molte persone, quindi probabilmente non siamo stati in grado di proteggere dal contagio le fasce più vulnerabili, come gli anziani. La mortalità è concentrata sulle fasce più deboli, anziani e pazienti con comorbidità”, ha aggiunto l’esperto nel corso del suo intervento. “Bisogna prendere però i dati con le pinze, perché con molti più contagi il sistema di tracciamento non ha retto, quindi potrebbero esserci molti più asintomatici che non stiamo conteggiando e la mortalità potrebbe variare anche per quello”.

 

Covid-19, Nature: “Tasso mortalità sembra essere in lieve calo”

 

Un articolo recentemente pubblicato su Nature sottolinea come rispetto all’inizio della pandemia di Covid-19, il tasso di decessi con coronavirus sembra essere in calo. Nonostante, come precisa la fonte, non siano ad ora chiare le motivazioni che avrebbero provocato tale flessione, da diverse ricerche internazionali è emerso un lieve calo del tasso di letalità nei pazienti affetti da Covid-19 ricoverati in terapia intensiva, che necessitano di ventilazione. Secondo alcuni scienziati, citati da Nature, questa flessione potrebbe essere correlata alle maggiori armi attualmente a disposizione per ostacolare il Covid-19, tra cui un maggior numero di possibilità mediche e farmaceutiche, la più profonda conoscenza del virus, e le misure anticontagio adottate in diversi Paesi. "Nei prossimi studi sarà opportuno valutare gli effetti della combinazione di diversi trattamenti, dagli anticorpi monoclonali al plasma convalescente, fino agli steroidi e ai farmaci come remdesivir”, ha commentato Derek Angus, dell'Università di Pittsburgh, in Pennsylvania. 

18 novembre

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