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Coronavirus, Sileri: "Non si può distinguere tra influenza e Covid senza tampone"

Salute e Benessere

Secondo il viceministro della Sanità nelle prossime settimane servirà un “uso spregiudicato” dei tamponi e oggi “rispetto a sei mesi fa ci sono le forze per farlo”

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Pierpaolo Sileri, viceministro della Sanità chiede un “uso spregiudicato” dei tamponi in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano e pubblicata venerdì 28 agosto. Di fatto la proposta è di decuplicare il numero dei tamponi in vista di una stagione, quella autunnale, in cui senza quel test sarà difficile distinguere le persone con i sintomi influenzali e quelle che invece hanno contratto il coronavirus.

 

Tamponi essenziali per distinguere i pazienti Covid

 

“A settembre e ottobre ci troveremo con migliaia di persone a settimana che hanno sintomi simili a quelli del Covid-19 – spiega Sileri al Fatto Quotidiano -. Per distinguere i casi avremo bisogno che le persone facciano il vaccino antinfluenzale, ma soprattutto che il numero dei tamponi, non solo quelli per il coronavirus, venga decuplicato. Bisogna farne un uso che da tempo definisco spregiudicato". "Ancora oggi ricevo segnalazioni di piccole località di vacanza in Abruzzo in cui ci sono positivi ma ai cui contatti il test non viene fatto. O di persone nel Lazio a casa con 39 di febbre che non riescono a contattare la Asl” racconta il viceministro della Sanità, denunciando che “chi è in queste condizioni ha il coronavirus al 99,9%”.  Secondo Sileri, rispetto a sei mesi fa “ci sono più reagenti e macchine che processano i campioni” e “le Regioni possono organizzarsi”, per questo sarebbe possibile incrementare di dieci volte i tamponi nel nostro Paese.

 

Sileri sulla app Immuni e la scuola

 

Il viceministro sostiene anche che l’app Immuni sia "stata sottovalutata” quando invece avrebbe aiutato a effettuare tamponi con criterio. “Puoi fare anche un milione di tamponi – dice Sileri – ma se lo fai alle persone sbagliate hai sprecato risorse e lasciato fuori chi ne avrebbe avuto bisogno”. Per spiegare cosa può cambiare usando Immuni, ipotizza un palazzo di 300 persone in cui ci sono 3 contagiati: “Non serve fare il test a tutti. Se i 300 avessero l’app Immuni, nel momento in cui c’è un positivo questa lo segnalerebbe a chi ha avuto contatti, e loro andrebbero a fare il tampone”. La stessa “avrebbe permesso di rintracciare i clienti del Billionaire che hanno lasciato numeri falsi”. Sulla scuola, conclude Sileri, “il problema è che non sappiamo cosa accadrà nelle prossime settimane in termini di diffusione del virus. Anche negli altri Paesi c'è una dialettica, Francia e Germania hanno aperto e richiuso. Le divergenze - assicura - verranno superate. La scuola deve riaprire in sicurezza, ma eliminare del tutto il rischio non è possibile”.