E' uno dei dati che emerge dall'indagine legata al progetto "Cocos" (Covid Collateral Impacts), ideato e condotto da esperti dell'Università di Torino
Tra gli effetti negativi che il periodo di lockdown ha generato nella popolazione italiana, sono stati segnalati sintomi depressivi o ansiosi per un cittadino su quattro, con i disturbi del sonno risultati in forte crescita, soprattutto tra le donne. Sono alcuni dei dati emersi dal progetto "Cocos" (Covid Collateral Impacts), ideato e condotto dalla professoressa Maria Rosaria Gualano e dal dottor Gianluca Voglino dell'Università di Torino.
Un’indagine su oltre 1500 soggetti
Lo studio, condotto nelle ultime due settimane della fase 1, ovvero tra il 19 aprile ed il 3 maggio, si è basato su una serie di interviste condotte su un campione di oltre 1500 soggetti, tutti maggiorenni, da cui è emerso che la salute mentale, rappresenta "un problema significativo". I risultati, il cui obiettivo era valutare proprio l'impatto del lockdown sui comportamenti e sul benessere degli italiani, sono stati pubblicati sulla rivista "International Journal of Environmental Research and Public Health". In particolare, è stato possibile sottolineare sensazioni di fragilità, in particolar modo tra le donne, tra i soggetti più giovani e tra chi ha subìto difficoltà economiche legate al blocco totale delle attività professionalità nel momento più delicato della diffusione del coronavirus nel nostro Paese. I dati hanno dimostrato, infatti, che il 23,2% degli intervistati ha manifestato disturbi di tipo ansioso, il 24,7% sintomi depressivi, il 42,4% disturbi del sonno e, proprio per quanto riguarda questo disturbo, la percentuale è risultatata doppia tra le donne.
L’importanza di ascoltare le persone
I dati dell’indagine, ha spiegato Gualano, potrebbero indurre a “mettere al centro dell'agenda di sanità pubblica la cura della salute mentale del cittadino”, anche in virtù del fatto che “la sofferenza mentale potrebbe rappresentare un'ennesima pandemia di cui occuparsi a livello globale, soprattutto per i soggetti più a rischio come i giovani, le persone sole e chi ha perso o rischia di perdere il lavoro", ha aggiunto l’esperta. E che ascoltare le persone sia importante, soprattutto dopo un evento come il recente lockdown, lo sottolinea anche Voglino. "L'alto interesse che lo studio ha suscitato tra gli intervistati testimonia la necessità di ascoltare i bisogni dei cittadini. Serve farsi carico delle persone in modo globale, ancor di più in momenti difficili come quello che stiamo vivendo", ha spiegato.