Coronavirus, il lockdown ha generato insonnia e ansia: la ricerca

Salute e Benessere

E’ la tesi di uno studio condotto da un team di esperti, tra cui ricercatori dell’Università di Padova, che ha raccolto dati su 1310 persone nella fascia di età 18-35 anni, mettendo a paragone la seconda settimana di lockdown (17-23 marzo) con i primi sette giorni di febbraio

Alti livelli di depressione, ansia e stress e poi ancora cambiamenti nel ritmo sonno-veglia e difficoltà nel tenere traccia del tempo. Sono questi alcuni degli effetti del lockdown, almeno stando ad un lavoro di ricerca, pubblicato sulla rivista scientifica "Journal of Sleep Research" e condotto da un team di esperti dell'Università di Padova.

I dettagli dello studio

A condurre la ricerca sono stati Nicola Cellini del dipartimento di Psicologia Generale dell’ateneo veneto in collaborazione con Giovanna Mioni, Natale Canale e Sebastiano Costa ricercatore dell'Università della Campania, i quali sono riusciti a raccogliere i dati sulla qualità del sonno in un campione di 1310 persone, rientranti in una fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il periodo preso in considerazione dagli esperti è stato quello della settimana tra il 17 ed il 23 marzo, la seconda di lockdown completo, mettendolo a confronto con i primi sette giorni di febbraio (dall'1 al 7, un lasso temporale in cui non vi era alcun tipo di restrizione sul territorio italiano). Quello che i ricercatori hanno potuto constatare è che a causa di differenti fattori, tra cui la ridotta attività fisica e la scarsa esposizione alla luce solare, ma anche a causa dell'assenza di attività sociali e delle paure legate a contagio e situazione economica, è stato riscontrato un peggioramento diffuso della qualità del sonno. Ma non solo, perché dalla ricerca è emerso anche come, tra gli altri effetti da lockdown, sia stato riscontrato un netto cambiamento nei ritmi sonno-veglia, un incremento deciso nell'uso di internet e media digitali e una distorta percezione del tempo che scorre.

L’allarme dell’Oms sugli adolescenti

Lo studio ha sottolineato, inoltre, dati legati alla salute mentale, con il 24.2% (24.95% dei lavoratori, 23.73% degli studenti) del campione che ha mostrato sintomi da moderati a estremamente severi di depressione, il 32.6% di ansia e uno su due (il 49.47% dei lavoratori e il 51.6% degli studenti) sintomi di stress. In particolare, nei soggetti con elevati sintomi di depressione, ansia e stress si sono verificati proprio problemi legati al sonno, in aumentato dal 40.5% al 52%. Sul tema si è espressa di recente anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con un focus sugli adolescenti, in un report che ha analizzato dati sulla salute fisica, le relazioni sociali e il benessere mentale di 227.441 studenti di 11, 13 e 15 anni, provenienti da 45 Paesi dell’Europa e del Canada. E’ stato riscontrato che “un numero crescente di ragazzi e ragazze in tutta la regione europea sta segnalando problemi di salute mentale, anche semplicemente sentendosi giù, nervosi o irritabili. E questa è una preoccupazione anche per tutti noi”, ha detto Hans Henri P.Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa.

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