Ne ha discusso, in un’intervista all’Ansa, Maurizio Tonetti dell'Università di Hong Kong e della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIDP) che ha anticipato la pubblicazione delle nuove linee guida mondiali per il trattamento della malattia
La parodontite è l'infiammazione del complesso dei tessuti di sostegno del dente, tra cui gengive, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare che hanno lo scopo di mantenere il dente ancorato alle ossa mascellari. Come spiega il portale di Humanitas, rinomato polo ospedaliero del Milanese, è causata dalla presenza di placca batterica sottogengivale ed è caratterizzata da infezioni in certi casi gravi e profonde che portano, anche se trattate al meglio, a danno osseo permanente. Si tratta, dicono gli esperti, di una malattia cronica complessa e come tale va trattata, con un approccio che preveda cambiamenti di stili di vita da parte dei pazienti ma anche terapie adeguate, e cure di supporto per la prevenzione secondaria. Per questo motivo sono state aggiornate le linee guida legate alla parodontite, in fase di pubblicazione sulla rivista “Journal of Clinical Periodontology”.
Terapie efficaci
Queste informazioni riguardano “il cuore delle linee guida mondiali per il trattamento della parodontite, le più rigorose ad oggi, perché coniugano l'evidenza scientifica con l'esperienza clinica che rende possibile tradurle in pratica”, ha raccontato all'Ansa Maurizio Tonetti dell'Università di Hong Kong e della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIDP). "È la prima volta che abbiamo delle linee guida olistiche su tutto ciò che deve essere fatto per il paziente. Inoltre per la prima volta ci focalizziamo sulle terapie veramente efficaci, chiudendo verso terapie prive di una vera base scientifica a supporto. Le linee guida mettono in guardia, infatti, da terapie ancora in fase di studio come il laser, più costose e che non assicurano risultati migliori", ha spiegato l’esperto.
Stili di vita e trattamenti terapeutici
Un dato condiviso dagli specialisti è che la parodontite è una malattia cronica con alto impatto sociale, da curare in modo multidisciplinare, così come succede con il diabete o l’ipertensione: “se il professionista si limita a prestazioni isolate, senza un progetto di cura complessivo, l'efficacia delle terapie scende terribilmente”, ha spiegato ancora Tonetti, che ha coordinato il gruppo di lavoro che ha redatto le linee guida. "Abbiamo visto che la cura richiede prima dei cambiamenti comportamentali, quindi di informare il paziente sulla necessità di smettere di fumare e di praticare un ottimo livello di igiene orale, che diventa un pilastro comportamentale per la nostra salute. Poi abbiamo suddiviso i vari trattamenti in differenti livelli terapeutici, per rispondere ai diversi stadi in cui la malattia viene diagnosticata, dalle istruzioni personalizzate all'igiene orale, alla rimozione dei biofilm della placca sotto-gengivale".
Un ciclo di cure completo
Ma non è tutto, perché secondo l’esperto, è fondamentale, in seguito, rivalutare il paziente e verificare se i parametri sono ritornati nella norma. “Se è così, la malattia si considera sotto controllo e si passa alla prevenzione secondaria, con richiami periodici di igiene e terapia parodontale di supporto, che di solito richiede appuntamenti di un'ora, 3-4 volte all'anno, e prevede ogni volta un sondaggio delle tasche gengivali, per vedere se ci sono recidive, e poi cure mirate ai punti critici. Se la malattia è più grave, potrà richiedere interventi chirurgici rigenerativi e ricostruttivi: le cure di terzo livello. In ogni caso, è fondamentale completare il ciclo di cure necessarie per controllare la malattia”, ha sottolineato.
No a cure costose
Gli esperti, infine, hanno valutato come per l'uso di laser non esistano al momento evidenze scientifiche: “Bisogna quindi diffidare di cure supertecnologiche e costose”. Un occhio di riguardo va dato anche ad un uso indiscriminato di antibiotici: i benefici devono essere attentamente valutati, in riferimento ai rischi potenziali anche di indurre resistenza agli antibiotici. "La malattia si può curare con un piano di cure integrato. Dobbiamo stare attenti ai segnali iniziali, come il sanguinamento gengivale e diagnosticarla il prima possibile: una diagnosi precoce significa una terapia più efficace e meno costosa", ha concluso Tonetti.