Coronavirus, scoperto anticorpo monoclonale che bloccherebbe il virus

Salute e Benessere
Coronavirus (Foto da archivio)

Si chiama 47D11 e come descritto sulla rivista Nature Communications sarebbe in grado di neutralizzare sia il nuovo coronavirus Sar-Cov-2, che quello della Sars 

Dopo la scoperta della struttura del motore molecolare che consente la replicazione del nuovo virus, dalla ricerca arriva un ulteriore risultato significativo che potrebbe accelerare e facilitare lo sviluppo di farmaci e terapie potenzialmente efficaci contro il coronavirus Sars-CoV-2. Gli esperti dell’Università di Utrecht, coordinati da Berend-Jan Bosch, sarebbero riusciti ad identificare un nuovo anticorpo monoclonale in grado di neutralizzare il coronavirus nelle cellule, attaccando la sua proteina S. Si chiama 47D11 e sarebbe in grado di neutralizzare sia il nuovo coronavirus Sar-Cov-2, che quello della Sars.

Lo studio nel dettaglio

L’anticorpo 47D11, descritto nel dettaglio dai ricercatori olandesi sulla rivista specializzata Nature Communications, è stato ricavato da anticorpi “chimera”, cioè derivati da cellule umane e di ratti. "È la strada giusta ed è quella che stiamo cercando di percorrere anche noi che abbiamo sviluppato un anticorpo analogo insieme con partner internazionali”, ha spiegato Giuseppe Novelli, genetista all'Università di Tor Vergata all’Agi.

Novelli: “Serve più di un anticorpo per avviare test” 

“C’è bisogno di avere più di un anticorpo a disposizione per avviare le sperimentazioni. Anche noi con il nostro gruppo di ricerca insieme a quello del Pandolfi a Boston e a quello dell'Università di Toronto abbiamo al momento due anticorpi monoclonali che stiamo cercando di testare e che vorremmo sperimentare anche in Italia in fase clinica insieme a Canada e India. Ora stiamo aspettando risposte dalle istituzioni ma è la strada giusta”, ha aggiunto l’esperto. Queste nuove terapie si basano proprio sull’utilizzo di anticorpi sintetizzati del tutto simili a quelli umani. “Oggi questi anticorpi monoclonali sono la strada più importante perché ci vuole minor tempo per la fase di sperimentazione clinica e minor tempo per la produzione e servono per la cura dei pazienti infetti, mentre il vaccino invece è una cosa più a lungo termine più complicata da produrre e serve per la prevenzione a livello globale, ma noi abbiamo necessità di avere farmaci specifici adesso e i monoclonali sono farmaci specifici di grande importanza”, ha concluso Novelli.

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