Nel corso di un’intervista a Sky TG24, il direttore dell’unità di virologia molecolare dell’Ospedale San Matteo di Pavia ha parlato di questo particolare metodo diagnostico, che si affianca all’ormai noto tampone
Il test sierologico aiuterà a identificare la presenza di eventuali anticorpi neutralizzanti nelle persone che hanno avuto un’infezione da coronavirus Sars-CoV-2 (segui la DIRETTA di Sky TG24), ma non darà alla comunità scientifica delle certezze definitive. A sostenerlo è Fausto Baldanti, il direttore dell’unità di virologia molecolare dell’Ospedale San Matteo di Pavia, che ha affrontato il tema nel corso di un’intervista a Sky TG24. “Il discorso della patente di immunità è molto complicato e io per prudenza non userei questo termine”, ha sottolineato l’esperto. “Il test sierologico rappresenta un tassello importante, perché ci permette di individuare l’eventuale presenza degli anticorpi neutralizzanti e di determinarne la quantità, così da poter stimare un livello di protezione”, ha spiegato Baldanti.
L’indagine epidemiologica
Per il direttore dell’unità di virologia del San Matteo, sarà necessario molto tempo per verificare se il livello di protezione fornito dagli anticorpi neutralizzanti sia sufficiente a impedire la circolazione del coronavirus Sars-CoV-2. Baldanti ha anche precisato che il test sierologico e il tampone non sono la stessa cosa e hanno funzioni differenti. “Il test sierologico ci consente di fare un’indagine epidemiologica. Noi, per esempio, lo abbiamo già utilizzato per identificare i donatori del plasma iperimmune nella zona rossa di Lodi e abbiamo scoperto che in quel gruppo di persone, di età compresa tra i venti e i settant’anni, solo il 30% è entrato in contatto con il virus. È possibile che all’esterno della zona rossa le percentuali siano ancora più basse. È importante costruire le politiche basandosi su questi numeri, evitando di cercare conferma tra i dati solo dopo averle già costruite”.
La differenza tra i test sierologici e i tamponi
Mentre i test di biologia molecolare vengono effettuati tramite un tampone rinofaringeo, quelli sierologici prevedono un piccolo prelievo di sangue dal dito. Vengono condotti per rilevare, nell’arco di pochi minuti, la presenza nel sangue di anticorpi sviluppati contro Sars-CoV-2, riuscendo così a stabilire se un individuo ha avuto un’infezione da coronavirus, magari asintomatica, e se quindi è immune al Covid-19.