Secondo la direttrice dell’unità operativa di malattie respiratorie al policlinico Tor Vergata, in quel periodo Sars-CoV-2 era già presente nella Penisola, soprattutto nelle regioni del Nord
Nel corso di un’intervista con Sky TG24, Paola Rogliani, direttrice dell’unità operativa di malattie respiratorie al policlinico Tor Vergata, ha parlato dell’aumento dei casi a Roma. “Ci stiamo preparando a una possibile esplosione dei casi di coronavirus, come avvenuto nel Nord Italia. Al momento stiamo vivendo una lineare e costante crescita dei contagi”. “Noi pneumologi abbiamo creato una rete molto forte di collaborazione e condivisione per fare tesoro delle esperienze di chi è qualche passo avanti nella dinamica di questa diffusione del virus”, ha spiegato la dottoressa parlando della collaborazione con gli specialisti del Nord Italia. “Siamo costantemente in contatto con i centri di Bergamo, ma anche di Pavia, Bologna e altre città del Nord Italia, quindi abbiamo modo di poter scambiare opinioni ed esperienze così da poter essere pronti a Roma ad affrontare l’eventuale emergenza coronavirus”.
Il virus circola in Italia dall’inizio di febbraio
Affrontando il tema della possibile diffusione del coronavirus in Lombardia all’inizio gennaio, come ipotizzato da alcuni studi, Rogliani ha spiegato che al momento è impossibile dare una risposta certa a questo interrogativo e che quando se ne parla si entra un po’ nel campo delle opinioni personali. “È possibile che il virus circolasse da prima della grande evidenza clinica, ma saranno necessari degli studi appropriati per capire quando è effettivamente avvenuta la sua diffusione in Italia”, ha affermato la pneumologa. “Sicuramente all’inizio di febbraio c’era già una circolazione del virus in Italia, in particolare nelle regioni del Nord”, ha aggiunto. “Chi opera nel settore della sanità sta facendo veramente un grande lavoro per affrontare questa emergenza sanitaria”, ha spiegato la dottoressa rivolgendosi ai telespettatori di Sky TG24. “Non mi riferisco solo ai medici, ma anche agli infermieri, ai biologi, ai tecnici, alle persone che ci aiutano nella pulizia degli spazi clinici e delle stanze dei pazienti. Noi tutti stiamo lavorando per voi. Voi potete lavorare per noi rispettando le misure restrittive messe in atto dal nostro governo, per cui restate a casa. Forse così riusciremo a vincere questa battaglia tutti insieme”.