Coronavirus, possibile cura dal plasma dei pazienti guariti dal Sars Cov 2

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Immagine di archivio (Getty Images)

La compagnia privata cinese China National Biotec Group ha reso noto di aver testato questo trattamento su dieci pazienti, le cui condizioni di salute sono migliorate nell’arco di 24 ore 

Tramite un comunicato, la compagnia privata cinese China National Biotec Group ha reso noto che il plasma delle persone guarite dal coronavirus Sars-Cov-2 (la DIRETTA di Sky TG24) è ricco di anticorpi che potrebbero essere d’aiuto nel trattamento dell’infezione. L’efficacia di questa possibile cura è stata dimostrata dalla stessa società nel corso di un test condotto su dieci pazienti, le cui condizioni sono migliorate nell’arco di 24 ore. Per poter continuare la sperimentazione, il China National Biotec Group invita i sopravvissuti a Covid-19 a donare il plasma. “I pazienti che sono guariti dalla polmonite dovuta al coronavirus generano anticorpi che uccidono e rimuovono il virus”, è possibile leggere nel comunicato della compagnia. “In assenza di un vaccino e di terapie specifiche questo plasma è il modo migliore per trattare l’infezione”.

L’efficacia della terapia

Anche durante l’epidemia di Ebola del 2014 la comunità scientifica aveva provato a utilizzare questa terapia per curare i pazienti, senza però ottenere dei benefici. Invece, alcuni test condotti all’epoca della Sars, i cui risultati vennero pubblicati sulla rivista di settore Journal of Infectious Diseases, dimostrarono l’efficacia del trattamento basato sul plasma delle persone guarite dall’infezione nella riduzione della mortalità. Stando a quanto riportato dal China National Biotec Group la sperimentazione condotta su 10 pazienti affetti da Covid-19 ha portato a una riduzione dell’infiammazione e della carica virale e ha un miglioramento del livello di ossigeno nel sangue.

Verso la realizzazione del primo vaccino

La comunità scientifica internazionale è al lavoro sulla realizzazione di vaccino per il nuovo coronavirus Sars-Cov-2. In Cina sono iniziati i primi esperimenti sui topi e anche in occidente qualcosa inizia a muoversi. Anthony Fauci, immunologo e direttore dell’istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), ha recentemente affermato che entro due tre mesi verrà condotto un primo test del vaccino contro il virus su un numero ridotto di persone. Questa stima è stata confermata anche da Gianni Rezza, il direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Secondo l’esperto, sarà almeno un anno per realizzare un vaccino sicuro ed efficace.

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