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Coronavirus, l’Oms lancia l'allarme: “Informazioni spesso false”

Salute e Benessere

L'Organizzazione Mondiale della Sanità parla di "infodemia", ovvero una sovrabbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, contro cui è già operativo a Ginevra un team di esperti che lavora per arginare le bufale

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“L’epidemia del 2019-nCoV è stata accompagnata da una massiccia infodemia, una sovrabbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”. Con queste parole, apparse in un comunicato datato 2 febbraio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato l’allarme sulle fake news e su tutte quelle notizie poco attendibili che spesso circolano su app (LE BUFALE SU WHATSAPP) e social network (LA RISPOSTA DI FACEBOOK ALLE FAKE NEWS).

Il lavoro degli esperti sul web

Per far fronte a questo dilagare di bufale l’Oms, che pubblica periodicamente report aggiornati sul tema, ha specificato di aver costituito una task force di esperti, "per rintracciare e rispondere a falsi miti e voci" sul nuovo coronavirus cinese (QUI LO SPECIALE DI SKY TG24). La base è stata istituita nella sede centrale a Ginevra dove, coadiuvati da esperti dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, l’Oms "lavora 24 ore su 24, ogni giorno per identificare le voci più diffuse che possono potenzialmente danneggiare la salute della popolazione, come le false misure di prevenzione e cure". Tra le false notizie circolate in rete e segnalate da chi lavora per arginare la non corretta informazione, quelle relative al fatto che gli antibiotici e alimenti come l'aglio possano servire per curare il virus, oppure anche quelle che parlano della possibilità che l'infezione venga trasmessa attraverso lettere e pacchi postali provenienti dalla Cina. Queste e altre fake news, precisa l’Oms, "vengono smentite con informazioni basate sull'evidenza” e pubblicate sui canali social (tra cui Weibo, Twitter, Facebook, Instagram, LinkedIn, Pinterest) e sul sito web ufficiale dell'Oms.

La segnalazione dell’Iss

A suffragare il lavoro degli esperti internazionali, anche l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in Italia, che ha diffuso in data 1 febbraio un tweet molto preciso in merito. “I casi confermati di #coronavirus in Italia sono finora 2. Iss raccomanda di non dare credito a fonti non ufficiali, messaggi vocali su social e app di messagistica, fake news. Consultare solo i siti di @WHO, @ECDC_EU, @MinisteroSalute e @istsupsan”. Inoltre Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss ha voluto fare delle precisazioni in un video, tra cui quella per cui "l'uso delle mascherine in una persona sana non ha particolare utilità". Anche il nostro Ministero della Salute ha creato una pagina con numerose e domande risposte, in continuo aggiornamento, che si può monitorare per avere informazioni certe ed attendibili (qui altre FONTI ATTENDIBILI).

Alcune informazioni certe

Ma ecco alcuni punti sui cui si sono soffermati gli esperti dell’Oms per fare chiarezza e sgombrare il campo dalle bufale. Allo stato attuale non ci sono prove evidenti che animali da compagnia come cani o gatti possano essere infettati dal nuovo coronavirus. "Nonostante ciò è sempre consigliabile lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali domestici, per proteggersi da vari batteri comuni come E. coli e Salmonella". Poi un focus sui possibili obiettivi del coronavirus. “Le persone di tutte le età possono essere infettate ma quelle anziane o con condizioni mediche preesistenti, come asma, diabete e malattie cardiache, sembrano essere più vulnerabili ad ammalarsi gravemente", spiegano gli esperti. Tra le misure preventive, seguire una buona igiene delle mani e coprire le vie aeree quando si starnutisce o si tossisce. Per quanto le cure, l’Oms specifica che “non esiste ad oggi un medicinale per prevenire o curare il nuovo coronavirus, ma alcuni trattamenti specifici sono in fase di studio". Questo riguarda anche gli antibiotici che non sono efficaci nella prevenzione e nel trattamento del coronavirus poiché non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri. Nemmeno i vaccini contro la polmonite sono utili, dato che “non forniscono protezione contro 2019-nCoV, che è un virus nuovo e diverso e necessita del suo vaccino", attualmente in fase di studio. Infine smentita la bufala su lettere o un pacchi inviati dalla Cina. "Da precedenti analisi sappiamo che i coronavirus non sopravvivono a lungo su oggetti, come lettere o pacchi".