Giornata Mondiale del Parkinson, in Italia 250.000 malati
Salute e BenessereIn occasione della giornata dedicata alla seconda malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo, gli esperti fanno il punto sui sintomi, i fattori di rischio e l’importanza della ricerca
Sono circa 250.000 in Italia le persone affette dal morbo di Parkinson, la malattia neurodegenerativa che in oltre il 50% dei casi colpisce i soggetti oltre i 60 anni. In occasione della Giornata mondiale della Malattia di Parkinson, celebrata il 30 novembre, gli esperti della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS ricordano l’impatto della patologia, che di fatto coinvolge nel nostro Paese mezzo milione di persone se si considerano anche i badanti che assistono ciascun malato. Per questa edizione della ricorrenza, i centri della città di Roma che si occupano di Parkinson hanno deciso di riunirsi in un evento unico, organizzato con la collaborazione di Palazzo Merulana, al fine di dare maggiore visibilità al tema, nel tentativo di sensibilizzare le persone e raccogliere fondi per la ricerca.
Parkinson, sintomi e fattori di rischio
Il morbo di Parkinson viene solitamente associato alle difficoltà motorie, che vanno da una generale riduzione del movimento, sia per rapidità che per iniziativa, ai tipici tremori. Tuttavia, oltre alla rigidità muscolare, la malattia presenta anche disturbi dei sensi, specialmente l’olfatto e il gusto, peggiorando ulteriormente la qualità di vita dei malati che possono soffrire di disturbi del sonno, dell’umore, delle funzioni intestinali e persino della pressione arteriosa. Il Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, con oltre cinque milioni di persone colpite nel mondo, di cui circa un milione in Europa. Circa il 5% dei casi sono derivanti da una base genetica ‘monogenica’, mentre in generale tra i fattori di rischio per la patologia c’è l’esposizione a diserbanti e pesticidi, mentre l’attività lavorativa, quella fisica e quella intellettuale sono considerati fattori protettivi.
L’importanza della ricerca per il Parkinson
Secondo gli esperti un punto cruciale della lotta al Parkinson è la disponibilità di risorse finanziarie per la ricerca, un campo quest’ultimo nel quale l’Italia è da sempre in prima linea e riconosciuta come una delle nazioni più all’avanguardia. Proprio recentemente, si sono svolti all’Università dell’Aquila dei test clinici che hanno dimostrato l’efficacia degli ultrasuoni per ridurre i tremori tipici del Parkinson: la nuova tecnica mini invasiva consiste nel riscaldare il talamo, area cerebrale responsabile dei tumori, fino a distruggerlo.