Peste suina, secondo l’Ue la situazione in Bulgaria è preoccupante

Salute e Benessere

Il governo del Paese non è riuscito a far fronte all’avanzare del virus che, sebbene sia letale per gli animali, non comporta rischi per la salute dell’uomo  

L’allarme che si era diffuso di recente in Bulgaria, a seguito di alcuni casi registrati di peste suina africana, non è rientrato. La malattia, che è sempre letale per i maiali e i cinghiali selvatici e per cui non esistono cure o vaccini, ma che non si trasmette all'uomo, aveva messo in allerta le autorità del Paese. Lo stato del Mar Nero aveva segnalato più di 30 casi di peste suina africana in diverse regioni, comprese le province di confine con la Romania. Ma a distanza di due settimane, la situazione non è migliorata e anzi, è stata definita dalle autorità “molto preoccupante”. “La Commissione è pronta a dare il suo aiuto, e continueremo a sostenere il Paese nei suoi sforzi per combattere la malattia” ha detto una portavoce della Commissione europea, dopo che la ministra bulgara per l'Agricoltura Desislava Taneva è stata a Bruxelles per incontrare il commissario europeo Vytenis Andriukaitis. "La situazione sul terreno è seria e deve essere contenuta, in particolare c'è la necessità urgente di rispettare e rafforzare le misure sanitarie e sensibilizzare l'opinione pubblica", ha aggiunto la portavoce.

A rischio un intero comparto dell’industria nazionale

Come spiega nel dettaglio anche il portale dell’agenzia Reuters, la Bulgaria non è riuscita a contenere la diffusione della peste suina africana e questo potrebbe comportare la perdita della sua intera industria di allevamento di suini, composto da circa 600.000 animali. Il danno calcolato è stimato intorno ai 2 miliardi di lev, circa 1,15 miliardi di dollari. Il virus, incurabile negli maiali ma innocui per l'uomo, è già costata al Paese 130mila suini, abbattuti nell’ambito di un processo di prevenzione attuato dal governo.

L’ammissione del fallimento

A confermare poi la situazione, ci ha pensato anche il vice ministro dell'Agricoltura Yanko Ivanov che ha ammesso che il governo non è riuscito a prevenire la diffusione del virus, che ha già colpito più di una dozzina di distretti. "Quello che non siamo riusciti a fare è stato ridurre la popolazione di cinghiali, che purtroppo ha una concentrazione abbastanza densa nelle aree con allevamenti industriali", ha detto Ivanov. "Abbiamo anche fallito con le fattorie private che anche in molti luoghi del Paese sono prive di misure di sicurezza", ha aggiunto.

Focolai anche in Cina

Non solo la Bulgaria sarebbe afflitta dalla peste suina. Secondo gli esperti, come riporta Reuters, un focolaio del virus in Cina spazzerà via circa un terzo della produzione di carne di maiale cinese quest'anno, ovvero 18 milioni di tonnellate, il doppio della quantità di carne di maiale esportata in tutto il mondo ogni anno. E non finisce qui, perché sono stati rilevati focolai anche in Vietnam, Cambogia, Mongolia, Corea del Nord e Laos. Il virus poi si sarebbe già diffuso anche in alcune parti dell'Europa centrale e orientale ed è stato persino riscontrato in alcuni cinghiali in Belgio.

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