Secondo l'ultimo rapporto della sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia, curato dal Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, nell’87% dei casi i contagiati non erano vaccinati
Sono stati 1334 i casi di morbillo in Italia tra l’1 gennaio ed il 30 giugno 2019. Sono i dati che riporta l'ultimo rapporto della sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia, curato dal Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Sviscerando i numeri, ecco che saltano all’occhio alcune particolarità. Di tutti i casi riscontrati, 214 si sono verificati solo nel mese di giugno. Tranne la Basilicata, in tutte le Regioni italiane, con il Lazio in testa seguito da Lombardia ed Emilia Romagna, sono stati segnalati casi di morbillo. L'incidenza nazionale è pari a 44,1 casi per milione di abitanti, mentre l'età media dei pazienti coinvolti è di 30 anni. Considerando il totale, sono stati segnalati 142 casi in bambini sotto i 5 anni di età, di cui 51 avevano meno di un anno.
La percentuale di non vaccinati
Il dato particolare è quello secondo il quale nell’87% dei casi i pazienti non erano vaccinati al momento del contagio. Nel 31% dei casi, i pazienti hanno sviluppato almeno una complicanza e sono stati segnalati 80 casi tra operatori sanitari, mentre 36 sono stati quelli tra gli operatori scolastici. Proseguendo nell’analisi del report, si scopre che oltre l’80% dei casi si è verificato in persone che hanno un’età compresa tra 15 e 64 anni. L’incidenza più elevata, però, si è verificata nella fascia 0-4 anni. Qui sono stati segnalati 142 casi, l’11% del totale, di cui 51 in infanti sotto l’anno di età. Il 48,5% dei casi si è verificato in persone di sesso femminile. Lo stato vaccinale era noto a 1231 persone sui 1334 casi, ma di questi l’87% non era vaccinato al momento del contagio, mentre l’8,4% aveva effettuato una sola dose, il 2,3% ha ricevuto due dosi e il 2,4% non ricorda invece il numero di dosi. Tra l’altro, secondo i dati trasmessi dal Ministero della Salute per quanto riguarda il 2018, continua a destare preoccupazione il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 95% (necessario per garantire immunità di gregge ed evitare la circolazione della malattia) per la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia, in tutte le fasce d’età considerate, nonostante il trend in aumento registrato. I numeri parlano di aumento del 1,38% rispetto al 2017, ma il totale dei vaccinati arriva così al 93,2%.
Le complicanze più frequenti
Il 31% dei pazienti ha riportato almeno una complicanza, la più frequente è stata la diarrea (170 casi), seguita da epatite e aumento delle transaminasi (155 casi), e cheratocongiuntivite (112 casi). Il 5% dei casi ha sviluppato invece una polmonite. Tra le complicanze segnalate sono comprese anche due casi di encefalite, rispettivamente in una persona adulta di 28 anni non vaccinata e in un bambino sotto l’anno di età. Sono stati registrati inoltre 103 casi di stomatite, 59 di insufficienza respiratoria, 33 di laringotracheobronchite, 31 di otite e 35 casi di trombocitopenia. Nel mese di febbraio 2019 è stato segnalato un decesso per complicanze respiratorie legate al morbillo, in una persona adulta di 45 anni non vaccinata, con patologie concomitanti. Nel 44,4% dei casi di morbillo segnalati è stato necessario il ricovero mentre il 26,2% dei pazienti coinvolti si è rivolto ad un Pronto Soccorso. Considerando le Regioni, come detto, è il Lazio con 388 casi a guidare questa particolare classifica. Al secondo posto, con 372, la Lombardia mentre in l’Emilia Romagna se ne sono verificati 143.
I casi di rosolia
Per quanto riguarda la rosolia, invece, dall’1 gennaio al 30 giugno 2019 sono stati segnalati 16 casi (di cui 6 nel mese di giugno), riscontrati in nove Regioni. L’età media dei contagiati, in questo caso, si è attestata sui 27 anni.