Arresto cardiaco, in Italia 60.000 morti all’anno: le contromisure

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

Per fermare il killer da 1000 morti al giorno in Europa, 8 proposte di legge richiedono più defibrillatori fuori dagli ospedali: così, grazie al Progetto Vita, Piacenza è la città più cardioprotetta in Europa 

In tutta Europa sono 1000 ogni giorno le vittime causate dall’arresto cardiaco, ovvero l’interruzione improvvisa dell’attività del cuore che interrompe di conseguenza la circolazione sanguigna. Si tratta di un bilancio molto pesante che fa di questa situazione clinica “il killer numero uno nel mondo occidentale”, come spiegato da Daniela Aschieri dell’Ospedale Unico della Valtidone, a Piacenza, nel corso di un’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera. Salvare una persona dall’arresto cardiaco è spesso una lotta contro il tempo: proprio per questa ragione, è fondamentale una maggiore diffusione dei defibrillatori fuori dagli ospedali, accompagnata da più informazioni che ne consentano un utilizzo efficace.

A Piacenza 877 defibrillatori in città

Aschieri è direttore dell’Unità operativa di cardiologia e riabilitazione presso la struttura piacentina ed è intervenuta relativamente alle otto proposte di legge presentate alla Camera in tema di "Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero”. Per sottolineare l’efficacia delle misure sottoposte, Aschieri ha presentato nel corso dell’audizione i risultati del Progetto Vita, che ha trasformato Piacenza nella città più cardioprotetta a livello europeo in un paese dove, ogni anno, l’arresto cardiaco causa circa 60.000 morti. Il risultato è stato possibile grazie agli 877 defibrillatori installati in città nei 21 anni dell’esperienza pilota in Europa.

Arresto cardiaco: importante intervenire per tempo

I defibrillatori diffusi sul territorio piacentino sono “integrati con la centrale operativa attraverso una app regionale”, spiega Aschieri. In questo modo, gli interventi dei cittadini potevano precedere prontamente quelli dei servizi di emergenza con risultati molto efficaci, visto che, in seguito ad arresto cardiaco, ogni minuto riduce del 10% le chance di sopravvivenza per chi ne è stato colpito. Secondo Aschieri, grazie al Progetto Vita, “i dati mostrano il 41% di sopravvivenza tra i defibrillati da personale laico a fronte del 5% di quelli defibrillati da personale a bordo dell’ambulanza”. Parallelamente alla disponibilità dei dispositivi è necessario però “liberalizzarne l'utilizzo e aumentare l'informazione su come farlo”, poiché il timore di peggiorare la situazione è spesso una delle barriere più grandi. Nel frattempo, a Piacenza i defibrillatori saranno ora presenti anche nei condomini, posizionati ogni 150 metri. 

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