Tumori, tramite gli esosomi le cellule malate comunicano tra loro

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Lo hanno dimostrato i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Losanna

Un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Losanna, coordinato dal chimico Hubert Girault, ha scoperto che le cellule tumorali sono in grado di dialogare a distanza tramite dei ‘messaggi’, che viaggiano nel flusso sanguigno all’interno di vescicole note come esosomi. Secondo gli esperti, intercettare queste comunicazioni potrebbe aiutare a mettere a punto delle tecniche per contrastare la diffusione delle metastasi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Chem.

I marcatori tumorali

Per isolare gli esosomi dalle cellule tumorali, i ricercatori si sono basati su tecniche avanzate, come la spettrometria di massa. Sono così riusciti a identificare i marcatori di ogni stadio della crescita della neoplasia. Un risultato che ha sorpreso notevolmente Girault. “Non ci aspettavamo di trovare così tanti marcatori tumorali all’interno di queste vescicole”, spiega l’autore dello studio. Tutte le unità biologiche del corpo umano utilizzano gli esosomi per scambiarsi delle informazioni a distanza. La differenza principale tra le cellule sane e quelle tumorali è che le seconde producono un numero notevolmente maggiore di queste vescicole. Secondo Hubert Girault, lo studio dettagliato di questo codice di comunicazione a distanza, finora impossibile, potrebbe permette di scoprire preziose informazioni relative al grado di sviluppo del tumore, consentendo così di svolgere delle diagnosi più rapide e di mettere a punto delle nuove terapie antitumorali.

La ‘Google Maps’ dei tumori

Un alto passo avanti nella lotta contro le neoplasie è stato compiuto dai ricercatori della Johns Hopkins Medicine di Baltimora, i quali sono riusciti a realizzare un modello informatico interattivo in grado di mostrare l’evoluzione in 3D del cancro, mettendo in risalto i vari vasi sanguigni che lo alimentano e il flusso del sangue. In futuro, l’utilizzo di questo sistema potrebbe consentire di prevedere lo sviluppo delle neoplasie e di migliorare il trattamento di ogni singolo paziente. 

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