Aspettativa di vita-istruzione, una ricerca svela il possibile legame
Salute e BenessereIn Italia gli uomini con un titolo di studio più elevato vivono mediamente tre anni più a lungo. Per le donne il divario è di un anno e mezzo
Anche il livello di istruzione influisce sull’aspettativa di vita: in Italia gli uomini più con un titolo di studio più elevato vivono mediamente tre anni più a lungo. Per le donne il divario è di un anno e mezzo. Questi dati, basati sul biennio 2012-2014, emergono dall’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione, presentato di recente a Roma. Consultando il documento è anche possibile osservare delle differenze tra il Nord e il Sud Italia: nel Mezzogiorno, a prescindere dal titolo di studio, l’aspettativa di vita è inferiore di un anno, mentre al nord il rischio associato ad alcune cause di morte, come i tumori, è maggiormente elevato.
Le differenze tra il Nord e il Sud
"C'è un gradiente da Sud verso il Nord per quanto riguarda le patologie tumorali”, spiega Concetta Mirisola, la direttrice dell’Istituto nazionale per le migrazioni e le povertà (Inmp). “Al Nord ci si ammala di più rispetto al Sud. È un dato su cui si può studiare perché sono molte le questioni da analizzare come l'ambiente e il lavoro svolto. I determinanti della salute sono tanti e incidono in maniera intersettoriale".
L’aspettativa di vita in Italia
Dall’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione emerge anche che in Campania la speranza di vita alla nascita è inferiore di due anni per entrambi i sessi rispetto a molte Regioni del centro-nord. La probabilità di morte per tutte le cause degli uomini con un basso titolo di studio è del 35%, mentre per le donne si registra una percentuale del 24%. La quota di mortalità attribuibile alle condizioni socio-economiche e di vita legate a un livello di istruzione poco elevato è pari al 18% tra gli uomini e al 13% tra le donne. Generalmente, in alcune aree del Paese la mortalità è più alta della media nazionale fino al 26% tra gli uomini e al 30% tra le donne, indipendentemente dall’età e dal livello di istruzione. I tassi più elevati di mortalità cardiovascolare si registrano nel Mezzogiorno.