Infarto, la frutta secca può ridurre il rischio del 20% nei diabetici

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

È quanto emerge da una ricerca condotta da un gruppo di epidemiologi e nutrizionisti della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston 

Dai risultati di una ricerca, condotta da un gruppo di epidemiologi e nutrizionisti della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, emerge che assumere una quantità moderata di frutta secca può ridurre in parte il rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete, patologia che incrementa le probabilità di andare incontro a eventi come infarto o ictus. Le noci sembrano particolarmente adatte allo scopo e i ricercatori suggeriscono di mangiarne almeno 5 ‘manciate’ alla settimana. Per condurre lo studio, gli esperti hanno analizzato i dati relativi all’alimentazione di 16.217 uomini e donne, prima e dopo la diagnosi di diabete. In particolare si sono focalizzati sul consumo di frutta secca nell’arco di un periodo di diversi anni.

I vantaggi della frutta secca

Nel corso del periodo di monitoraggio si sono verificati 3.336 episodi di malattia cardiovascolare (tra cui 2.467 infarti e 789 ictus), oltre a 5.682 decessi (1.663 causati da un problema cardiovascolare e 1.297 da un tumore). Al termine dello studio, i ricercatori sono riusciti a stabilire che mangiare un numero di porzioni di frutta secca pari a o superiore a 5 ogni settimana permette alle persone con diabete di ridurre il rischio cardiovascolare del 17% rispetto ai pazienti che ne assumono meno di una porzione al mese. In particolare, i ricercatori hanno rilevato che questa abitudine alimentare abbassa del 20% il rischio di infarto, del 34% il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 31% la mortalità per tutte le cause. Tutti i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Circulation Research.

Le considerazioni di Francesco Purrello

Commentando lo studio, Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania, ha dichiarato che potrebbe avere delle importanti implicazioni pratiche. L’esperto spiega che per molti anni la presenza della frutta secca nella dieta delle persone con diabete non è stata vista di buon occhio a causa dell’elevato contenuto calorico di questi alimenti. Secondo Purrello, cibi come le noci, le nocciole e le mandorle devono essere reintrodotti con moderazione nell’alimentazione dei diabetici (non più di 100-125 grammi alla settimana), in quanto “il loro contenuto in acido oleico, acidi grassi polinsaturi, fibre, minerali e vitamina E ha dimostrato più volte di avere degli effetti benefici sulla riduzione delle malattie cardiovascolari”.

Salute e benessere: Più letti