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Ospedali, infezioni all'8% dei ricoverati: una su 5 in sala operatoria

Salute e Benessere
Foto di archivio (Getty Images)

Le infezioni contratte in ospedale pesano sui costi delle strutture e peggiorano la qualità di vita dei pazienti. Seguendo le norme di prevenzione, i casi potrebbero calare anche del 70% 

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Dalla risoluzione di un problema all'insorgere di una nuova infezione. Ogni anno, circa l’8% dei pazienti giunti in ospedale per curarsi finisce per essere infettato proprio tra le mura delle strutture sanitarie, un fenomeno che rischia di incidere in modo pesante sulla qualità di vita delle persone e che spesso si verifica quando il personale non applica le relative norme di prevenzione. In un caso su 5, l’infezione ospedaliera viene inoltre contratta in sala operatoria, dati allarmanti che un gruppo di esperti italiani del settore vuole contrastare con un ‘documento di consenso’ presentato a Milano che riunisce tutte le misure necessarie per porre rimedio alla situazione.

SSI, le infezioni contratte in sito chirurgico

Sono considerate 'Surgical Site Infections' (SSI), o infezioni che avvengono in sito chirurgico, tutte quelle che si verificano entro 30 giorni da un’operazione o fino a un anno dall'impianto di un dispositivo permanente. I problemi contratti in sala operatoria fanno però parte di una categoria più ampia, ovvero delle patologie infettive prese in ospedale, che pesano per un miliardo all'anno sui costi sostenuti dalle strutture sanitarie, avendo l’effetto di raddoppiare, come minimo, i tempi del ricovero del paziente. Si tratta di un problema presente non soltanto in Italia, ma a livello mondiale: persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è esposta stilando delle linee guida internazionali, che però non sempre vengono seguite attentamente.

Le cause delle infezioni ospedaliere

Proprio le misure di prevenzione rappresentano una potenziale chiave per risolvere il problema: applicandole correttamente, le infezioni ospedaliere potrebbero ridursi addirittura del 70%. Nicola Petrosillo dell’Istituto Spallanzani di Roma si sofferma in particolare sulle SSI, che si manifestano sia durante che dopo il ricovero e rappresentano "il secondo tipo di infezione più frequente in ambito ospedaliero, dopo quelle alle vie respiratorie e subito prima di quelle alle vie urinarie". Tra le cause delle infezioni contratte su sito chirurgico spicca la contaminazione di strumenti o guanti utilizzati dal personale sanitario, ma Petrosillo spiega che spesso "possono essere anche di natura endogena quando i microrganismi che la causano sono per esempio presenti sulla cute dei pazienti stessi".