Uso social riduce rischio depressione negli anziani con dolori cronici
Salute e BenessereUna recente ricerca compiuta tra gli over 67 dimostra che chi è costretto a casa ha meno possibilità di soffrire della condizione se si tiene in contatto con parenti e amici su internet
Usare i social network può ridurre il rischio di depressione negli anziani che soffrono di dolore cronico, una condizione che spesso impedisce il contatto fisico con gli altri membri della famiglia e con gli amici. L’uso delle piattaforme digitali che permettono di comunicare con altre persone al di fuori della propria stanza può aiutare gli anziani a non cadere in depressione. Emerge da uno studio della University of Michigan di Ann Arbor, pubblicato sulla rivista scientifica Journals of Gerontology. La ricerca è stata compiuta su oltre 3400 persone sopra i 67 anni.
Un terzo dei partecipanti viveva da solo
Le persone affette da dolore cronico, soprattutto gli anziani, hanno un tasso di rischio più elevato di soffrire di depressione. Ciò avviene perché il dolore li costringe a rimanere a casa più a lungo, interagendo meno con amici e familiari. I partecipanti alla ricerca vivevano tutti nella propria casa e non nelle case di cura o nelle strutture di assistenza, dove il contatto con le altri individui è più frequente. Circa un terzo viveva da solo, mentre il 54% aveva dichiarato di essere stato disturbato dal dolore nell'ultimo mese. Secondo i risultati dello studio, tra le persone che avevano sofferto di dolore cronico il tasso di depressione era inferiore con l'uso dei social media: il 6% di coloro che li utilizzavano aveva sviluppato i sintomi, mentre la percentuale si alzava al 15% tra coloro che non usavano i social network.
Gli effetti dei social sul legame tra dolore e depressione
La ricerca è una delle prime a indagare riguardo agli effetti dei social media sullo stress dovuto all’isolamento sociale causato dal dolore cronico. "Utilizzare le piattaforme di internet per mantenere i contatti con familiari e amici può essere un buon modo per combattere la sofferenza psicologica degli anziani, le cui attività sociali diventano molto limitate rispetto a quando non hanno problemi di salute. Non può sostituire il vedere le persone dal vivo, ma può aiutare a compensare la solitudine”, spiega Shannon Ang, una delle autrici dello studio.