Pet-therapy, porta sollievo ma anche superbatteri

Salute e Benessere
Pet-therapy (Getty Images)
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Secondo i ricercatori della Johns Hopkins University per evitare la trasmissione dei germi è sufficiente lavare i cani con speciali saponi disinfettanti, prima e dopo ogni ingresso in ospedale 

I cani impiegati nella pet-therapy oltre a portare gioia, sollievo, affetto e empatia nei bambini ricoverati in ospedale trasferirebbero anche dei pericolosi batteri resistenti agli antibiotici.
Questo è quanto è emerso da un recente studio condotto da un team di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland.
La pet-therapy, coniata dallo psichiatra americano Boris Levinson negli anni ’60, è un trattamento di supporto ad altre forme terapeutiche tradizionali che ha come fine quello di portare sollievo ai pazienti facendo interagire questi ultimi con gli animali.
La sintonia che si crea con il cane stimola l’attivazione emozionale e favorisce l’approccio a nuove esperienze, interessi e modi di comunicare.
Gli interventi assistiti con gli animali, oltre a favorire la socializzazione e ad aumentare l’autostima, diminuiscono il battito cardiaco, le ansie e le paure.

Monitorati 45 bambini sottoposti a trattamenti per la cura del cancro

Gli specialisti della Johns Hopkins University, sospettando dei probabili rischi di infezione derivati dall’interazione tra gli animali e i pazienti, hanno deciso di compiere uno studio al fine di evidenziare la carica batterica dei bambini esposti alla pet-therapy.
Per compiere la ricerca hanno esaminato 45 pazienti sottoposti a trattamenti per la cura del cancro che, tra il 2016 e il 2017, hanno interagito con i cani, accarezzandoli, dandogli da mangiare e abbracciandoli.

I batteri Staphylococcus aureus (Mrsa) resistenti alla meticillina

È così emerso che il 10% dei bambini, dopo almeno 13 sessioni di pet-therapy, è risultato portatore di germi resistenti agli antibiotici, i batteri Staphylococcus aureus (Mrsa).
Nello specifico, i bimbi che hanno trascorso più tempo con gli animali hanno evidenziato rischi sei volte maggiori di contrarre i batteri.
Il 40% dei cani utilizzati nelle sedute di pet-therapy è risultato positivo all'Mrsa. Gli animali sarebbero venuti a contatto con i batteri direttamente in ospedale. Questo, secondo quanto dichiarato dai ricercatori, avrebbe comportato “una trasmissione da persona a persona dei germi, avvenuta attraverso il contatto con la pelliccia”. Per evitare la trasmissione dei batteri resistenti agli antibiotici è sufficiente lavare i cani con speciali saponi disinfettanti, prima e dopo ogni ingresso in ospedale.

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