Autismo, il 40% dei bambini affetti non sa raccontare il passato e il futuro
Salute e BenessereRecenti studi hanno dimostrato che buona parte dei bimbi affetti da questa patologia sarebbe incapace di viaggiare mentalmente nel tempo
Il 40% dei bambini non sa narrare il passato o costruire degli scenari nel futuro.
Da due studi multidisciplinari, realizzati grazie alla collaborazione tra l'Università di Udine, l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e l'Università di Roma Tre, è emerso che buona parte dei bimbi affetti da autismo sarebbe incapace di viaggiare mentalmente nel tempo. Questo comporta una sostanziale difficoltà nel creare dei discorsi che abbiano un senso compiuto e, conseguentemente, limita il loro dialogo con i possibili interlocutori. Le ricerche, pubblicate sulle riviste Frontiers in Psychology e Journal of Neurolinguistics delineano la presenza di una correlazione tra l’attitudine nel costruire i ragionamenti e i processi mentali che permettono di viaggiare nel tempo.
L’eterogeneità clinica nell’ambito dell’autismo
Gli studi puntano alla creazione di terapie mirate. I test, analizzando il comportamento di un campione di soggetti con autismo, e non, hanno dimostrato, per la prima volta in questo ambito, la presenza di due differenti sottotipi. Nel 40% dei bambini autistici sottoposti agli studi, l’incapacità di formulare dei discorsi coerenti è dovuta, in parte, all’impossibilità di viaggiare mentalmente nel tempo. Il 60%, invece, si comporta proprio come i bimbi sani.
”Questo dimostra che c'è una grande eterogeneità clinica nell'ambito dello spettro autistico. Diventa quindi sempre più importante individuare dei sottotipi per avere terapie mirate e personalizzate. Ricordiamoci che questi disturbi accompagneranno l'individuo per tutta la vita. Curare correttamente i bambini significa avere adulti autonomi in grado di fruttare al meglio le proprie capacità”, spiega Giovanni Valeri, neuropsichiatra infantile Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Test per individuare i sottotipi della patologia
Gli esperti hanno creato un test, in via di standardizzazione, per diagnosticare clinicamente questo tipo di disturbo, limitando i tempi necessari per il suo riconoscimento.
“Individuando i bambini con questo tipo di problema si possono poi mettere a punto programmi riabilitativi per potenziare le abilità compromesse”, spiega il Dottor Andrea Marini, del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell'ateneo friulano. Fino a oggi, l’incapacità di dialogare narrando il passato o costruendo dei possibili scenari futuri era stata ricondotta solamente alla comune difficoltà, tipica dei bambini con autismo, di gestire le interazioni sociali. “Questi disturbi erano attribuiti anche all’incapacità di selezionare le informazioni importanti e di focalizzarsi sui dettagli”, aggiunge il Dottor Marini.